Vaccini, scuola nel caos: “In un mese cambiate due volte le regole di iscrizione”
L’approvazione dell’emendamento al decreto milleproroghe, che rinvia di un anno l’obbligo vaccinale per l’iscrizione alla scuola dell’infanzia e agli asili nido (fascia d’età 0 – 6 anni), di fatto blocca il decreto Lorenzin del luglio 2017 e annulla la circolare diffusa agli inizi di luglio dalla ministra della Salute Giulia Grillo, che rendeva sufficiente un’autocertificazione vaccinale in sostituzione della documentazione ufficiale dell’ASL per l’iscrizione all’anno scolastico 2018/19.
Così i dirigenti scolastici, in meno di un mese, si sono visti modificare due volte le regole per l’iscrizione alla scuola dell’infanzia e degli asili nido. È quanto dichiara Mario Rusconi, presidente ANP-Lazio, che aggiunge:
“I presidi, seguendo il calendario annuale delle attività e comunque entro fine luglio, hanno già formato le classi e le sezioni secondo i criteri stabiliti dal Consiglio d’Istituto ma senza i contenuti dell’emendamento appena approvato. I decisori politici, dimostrano così di non conoscere i tempi e il calendario della scuola”.
Continua ancora Rusconi:
“La legge Lorenzin prevede che le classi vengano formate dopo il riscontro delle ASL, ma ad esempio nel Lazio i presidi hanno dovuto procedere senza questo parere poiché l’anagrafe vaccinale regionale partita formalmente già da diversi mesi di fatto ancora non funziona, scaricando sui dirigenti scolastici responsabilità non previste”.
Inoltre, sempre secondo Rusconi:
“Per garantire ai bambini il mantenimento delle relazioni tra loro e con il gruppo classe, le sezioni così formate al primo anno proseguono negli anni successivi. L’emendamento non tiene conto di questo fondamentale principio e, per assicurare la distribuzione dei non vaccinati, apre alla possibilità che i bambini possano cambiare classe, causando evidenti effetti negativi sia sul piano educativo che su quello formativo. Un ulteriore problema nasce con la condivisione e la gestione degli spazi comuni: mense, palestre e aree ludiche”.
Infine conclude Rusconi:
“Per la politica ancora una volta gli interessi di una parte prevalgono su quelli della collettività, nella scuola si antepongono agli interessi degli studenti le dispute tra adulti facendo gravare su presidi e docenti responsabilità e decisioni che invece riguardano la politica e gli amministratori”.