Dl Dignità, Fassina sulla scuola: “Salvato l’anno, non le maestre”.

“La maggioranza gialloverde ha impedito ogni forma di dialogo costruttivo per migliorare il Dl Dignità di Di Maio, che di dignitoso per i lavoratori e le imprese ha ben poco”. Lo dichiara Debora Serracchiani, capogruppo del Partito Democratico in Commissione Lavoro.

“Tutti noi siamo d’accordo nel dire che va combattuto il precariato, che vanno combattute le delocalizzazioni selvagge, che occorre combattere contro la ludopatia. Il precariato, pero’, si combatte rendendo più conveniente il lavoro a tempo indeterminato, ma 5Stelle e Lega- spiega la deputata Dem- hanno detto no a tutti gli emendamenti del Partito Democratico volti a ridurre il costo del lavoro a tempo indeterminato. È arrivato un no netto anche per quelli che prevedevano di affidare l’introduzione delle causali alla contrattazione collettiva, mostrando una mancata conoscenza della realtà che vede l’80% dei contratti collettivi privi delle causali del contratto a termine. No anche alla proposta di indennità compensatoria al lavoratore a cui non viene rinnovato il contratto”.

“Resta cosi’ un provvedimento i cui unici effetti saranno quelli di creare incertezze, aumentare i contenziosi e produrre effetti perversi sul mercato del lavoro e sulla creazione di posti di lavoro. Il governo del cambiamento- conclude Serracchiani- non ascolta i territori e neppure gli allarmi lanciati da tutti quelli che in questo decreto si sono imbattuti”.

Per la scuola lo scenario futuro resta denso di nubi.

“Con la bocciatura dei nostri emendamenti per la salvaguardia delle e degli insegnanti con Diploma Magistrale ante 2001/2002 il M5S e la Lega si assumono la responsabilità del primo licenziamento di massa dalla scuola pubblica e dalla pubblica amministrazione”, ha detto Stefano Fassina, deputato di Liberi e Uguali, nel suo intervento in Commissione Finanze e Lavoro in seduta congiunta per il Dl Dignità.

“7.500 insegnanti licenziate e oltre 50.000 declassate con l’espulsione dalle graduatorie a esaurimento. Le promesse elettorali drammaticamente contraddette e, in più, nessuna spiegazione dei no da parte dei colleghi M5S e Lega in Commissione. Un silenzio offensivo per chi viene colpito. Ripresenteremo gli emendamenti in aula settimana prossima e poi in Senato. Non ci arrendiamo” ha concluso Fassina.