Musica indie italiana? Per i pochi che non lo sanno stiamo parlando della musica indipendente in Italia, quella che naviga su circuiti paralleli ai canali istituzionali. C’è, per fare un esempio, chi va ad “Amici” su Canale 5 alla corte di Maria De Filippi e c’è chi preferisce suonare in giro per l’Italia tra club e festival. Non è mai semplice fare distinzione ed ora che c’è stato l’esplosione della musica italiana il confine è ancora più labile. Calcutta, il cantautore di Latina che più rappresenta tutto questo, ha riempito lo stadio della sua città e suona all’impazzata in tutti i network radiofonici della penisola. Che differenza c’è con un Briga o un Tiziano Ferro? I critici a questo punto usano il termine “indie” più per staccare qualitativamente le produzioni che altro. Ma vediamo meglio come sta messo il paese in questo periodo e su cosa scommettere. Buona lettura ma anche… buon ascolto!

Musica indie italiana? Ce n’è molta e di qualità. Gli artisti godono di ottima salute e di una vena creativa accesa. Non resta che godersi questa primavera delle sette note e dare qualche indicazione a chi vuole ascoltare di cosa si tratta.

I mostri sacri

Nonostante siano giovani sono già nomi importanti dell’indie italiano e fanno numeri da capogiro. Hanno i loro seguiti e la loro rispettabilità.

Calcutta

Come anticipato si tratta del nome di punta di tutto il movimento. E’ uscito grazie al supporto di Radio Deejay ed ora riempie gli stadi con fan in delirio per i suoi testi ironici ma sentimentali. Adotta un look no-look molto divertente che spesso è anche preso in giro.

Motta

E’ il rocker della scena, con un outfit ed un parrucco simil Jim Morrison. Le ragazzine sono pazze di lui ma il ragazzo ha contenuti e presenza sul palco. Ha da poco fatto il grande salto verso la casa discografica della Caselli ed ora il botto nazional-popolare è dietro l’angolo.

Coez

Un uomo un record. Fa sold-out appena annuncia concerti e la sua ballata “La musica non c’è” è già entrata di diritto nell’immaginario collettivo dei millenials. Tra il rap e il cantautorato melodico sa giostrasi bene su tematiche come l’amore e sonorità moderne.

Brunori Sas

Forse il più intellettuale della comitiva. è anche l’unico che tenta di parlare d’altro oltre l’amore. Un po’ come un primo Nanni Moretti rischia di essere un po’ antipatico in quella sua aurea snob ma sul palco è indubbiamente uno forza e gode di un pubblico calabrese che lo sostiene ovunque.

Le nuove scommesse della musica indie

Il bello della musica indie italiana è che si parla di qualità e di canzoni. Non si vende un prodotto che spesso è il pezzo di carne e cioè la bellezza dell’artista come avviene in circuiti da talent o da major discografica. Insomma, una proposta non scade col tempo come il burro ma migliora col tempo come il vino.

Questo rende il capitolo delle scommesse curioso perché i prossimi nomi dell’indie italiano che faranno il salto definitivo sono tutti over 40! La ragione è che hanno attraversato i decenni bui in cui c’era poco spazio per questa musica ed ora sono pronti a raccogliere i frutti di una semina faticosa.

Carmine Torchia

Il cantautore calabrese è quanto di più simile a Franco Battiato ci sia nelle nuove generazioni. Scrive canzoni poetiche e suona con una regolarità impressionante su e giù per l’Italia.

Bussoletti

Lo aveva capito Dario Fo, con cui duettò anni fa, e lo sta capendo pian piano anche il resto del paese che si tratta di un talento unico. Ha dei testi corrosivi ed emotivi ai livelli del miglior Daniele Silvestri e sul palco trasmette un’energia che non consente di stare seduti.

Alessio Bonomo

Ognuno ha la sua croce, cantava anni fa ad un festival di Sanremo ma croce non è questo delicato cantautore campano che suona brani ispirati e legge poesie per il suo pubblico. Molto amato dai critici, presto lo sarà anche dai ragazzi.

I gruppi indie italiani

Non è che siano da meno le band italiane che, dopo gli anni d’oro degli anni novanta, s’erano un po’ persi.

Thegiornalisti

Anche se tutto ruota intorno al leader Tommaso Paradiso, è la band più suonata d’Italia e la penna del cantante lavora come una fabbrica di soldi tra hit estive e collaborazioni di livello. L’uso dei social della band è al limite del geniale e il repertorio, seppur criticato dai puristi, è tra i più amati tra i ragazzi.

Lo Stato Sociale

Ovvero gli Elio e le Storie Tese 2.0 con tanto di boom mediatico dopo un ottimo festival di Sanremo a sparagliare le carte con la “vecchia che balla”. Sono giovani e sono bravi e, soprattutto, hanno davanti a loro decenni di attività.

Canova

Band capellona dal sound grintoso e dal pubblico compatto. Hanno palchi di esperienze da far paura ed un supporto che li ha portati a farsi valere anche sulle assi (difficili) del Primo Maggio.

 

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