“Ilva? Calenda non ha chiuso alle migliori condizioni”. Lo ha detto Francesco Boccia, deputato del Partito Democratico, ai microfoni di Radio Cusano Campus. Ecco le sue parole al telefono con Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio.
“ILVA? CALENDA…”
“Ai botta e risposta cui partecipa Calenda non partecipo io già da tempo. Non si possono passare le giornate a discutere e a litigare su Twitter. E’ dovere di ognuno trovare delle soluzioni e rispettare le tesi degli altri. Io non ho mai condiviso la velocità con cui al tempo Calenda spinse il sistema Italia verso Mittal. La cordata di Gindal avrebbe rappresentato per Ilva non solo la certezza di un percorso graduale di allontanamento e di uscita dal carbone, che è l’unica cosa che interessa i tarantini, ma soprattutto avrebbe dato dal punto di vista industriale un’altra prospettiva. Poi alla fine si è scelto, Calenda continua a dire per ragioni di prezzo, ma io non credo che la salute dei tarantini valga 550 milioni, Mittal e Marcegaglia. Questa è una polemica inutile, se come è apparso chiaro Anac ha posto in evidenza alcuni rilievi è giusto andare fino in fondo e capire cosa è accaduto”.
LO SCENARIO E’ CAMBIATO
“Ora la cordata che un tempo c’era non c’è più, perché qualcuno ha ottenuto in cambio qualcosa. Come gli stabilimenti di Piombino. E’ dovere di ognuno di noi fare in modo che l’aria di Taranto sia migliore rispetto ai decenni che abbiamo alle spalle. Ci sono storie che vanno approfondite. Io so benissimo che oggi non c’è una alternativa a Mittal, ma Mittal deve sapere che se vuole avere l’Ilva deve migliorare le condizioni. Le condizioni che aveva proposto e per le quali Calenda aveva chiuso in fretta e furia secondo non sono le condizioni migliori, sia dal punto di vista ambientale che dal punto di vista occupazionale”.