Matteo Colella: dal risveglio miracoloso alla laurea
Capita molto spesso che quando si arriva al conseguimento di un obbiettivo importante, per certi versi addirittura insperato, ci si sofferma un secondo su tutto il cammino percorso per arrivare sin lì, alla conquista. Ci si sofferma a pensare alle difficoltà superate, ai momenti di sconforto, a quelli di esaltazione, si fa il bilancio del viaggio nel momento stesso in cui si giunge a destinazione. Questo capita spesso ed è anche abbastanza normale. Quando, invece, il traguardo lo raggiungi e la premessa di quel brevissimo bilancio è un miracolo, un miracolo vero, ecco, in questo caso la gioia, l’incredulità e lo stupore te li porti dietro per tutto il viaggio, dall’inizio alla fine.
Il miracolo in questione è avvenuto più di 18 anni fa, esattamente nel 2000, e il fatto che si sia realizzato lo testimonia la laurea conseguita nei giorni scorsi da Matteo Colella presso l’Università N. Cusano. Matteo nel 2000 viene colpito da una forma devastante di meningite, con speranze di salvezza ridotte al lumicino. Una malattia letale. A raccontare la storia di questo miracolo è la madre di Matteo, Maria Lucia Ippolito. La donna ha pubblicato il libro ‘Il miracolo di Padre Pio’, edito Mondadori, che ha determinato la santificazione di Padre Pio.
Anche la signora Ippolito si è laureata all’UniCusano insieme al figlio ed ancora insieme hanno deciso di raccontare la loro storia ai microfoni di Radio Cusano Campus.
“Il 20 gennaio del 2000 entro in coma farmacologico. Era come se mi osservassi da un buco, ero attaccato a delle macchine e sulla destra c’era un frate con un saio marrone e la barba bianca, Padre Pio, sulla sinistra tre angeli. Padre Pio mi teneva la mano e mi disse che non dovevo preoccuparmi perché’ sarei guarito presto. Mi ha aiutato ad alzarmi e insieme siamo volati da San Giovanni Rotondo fino a Roma. Giunti in un ospedale- racconta il neolaureato-Padre Pio mi chiese se avessi voluto guarire un bambino sdraiato su un letto con la forza di volontà, e mi indicò di allungare le mani su di lui. Dopo poco mi svegliai”.
Un risveglio straordinario, come se nulla fosse accaduto. La meningite gli aveva causato una setticemia gravissima e una coagulazione intravascolare disseminata in 9 organi importanti, che erano stati lesi. Il giorno dopo il ricovero ebbe anche un arresto cardiaco, eppure al risveglio chiese un ghiacciolo alla coca-cola e giocò alla Play Station.
Successivamente Matteo ha sviluppato la sua inclinazione verso chi vive i disturbi dello spettro autistico: “Da quando avevo 13 anni seguo mio zio in un progetto estivo sul Gargano, ‘E…state sereni’ a Pugno chiuso. Vedevo questo mondo così uguale a me all’apparenza- racconta Matteo Colella – e le diversità che si notavano venivano superate in quel contesto. Mi volevo avvicinare e mi sono formato con corsi e attività sulla terapia multisistemica in acqua”.
Una passione ed una inclinazione che ha riversato nella sua tesi di laurea. A seguirlo nell’elaborazione del suo lavoro la professoressa Caterina D’Ardia della Facolta’ di Psicologia dell’Universita’ Niccolo’ Cusano:
“La terapia multisistemica in acqua con soggetti coinvolti nei disturbi dello spettro autistico è un argomento di attualità- afferma la docente- essendo poche le esperienze in Italia. Lui aveva delle conoscenze e lo zio è colui che ha scritto e sistematizzato il libro”.
Giovanni Ippolito, lo zio, è coautore del testo ‘La terapia Multisistemica in Acqua. Un nuovo approccio terapeutico per soggetti con disturbo autistico e della relazione. Indicazioni per operatori, psicologi, terapisti e genitori’ (Edito dalla Franco Angeli,2008). La laurea è solo l’ultimo dei traguardi raggiunti da Matteo, che non ha intenzione di smettere: “Abbiamo partecipato alla maratona Capri-Napoli con 5 ragazzi autistici, gareggiando contro squadre di atleti normotipici provenienti da tutto il mondo. Ci siamo classificati terzi-conclude- ecco un bel riferimento a proposito del superare i propri limiti”.