“Con tutto il cuore chiedo a Virginia Raggi di mettersi al nostro fianco. Perché non fa lei quello che stiamo facendo noi? Un politico che si affianca ai cittadini fa solo la cosa migliore che dovrebbe fare un politico. Non lo voglio solo io ma tutto i romani”.
Viviano, insieme ad altri cittadini, sta portando avanti una serie di iniziative per rendere più sicure le strade
Graziella Viviano, mamma di Elena Aubry, motociclista deceduta sulle strade romane, è tornata a parlare ai microfoni di Legge o Giustizia condotta da Matteo Torrioli su Radio Cusano Campus. Da tempo Viviano, insieme ad altri cittadini, sta portando avanti una serie di iniziative per rendere più sicure le strade della Capitale. “In questi due mesi ho provato a sensibilizzare l’Amministrazione su quanto sta accadendo sulle strade, cosa che ho provato sulla mia pelle. Non ricevendo risposta ho deciso di intervenire d’urgenza per salvare le vite nel “frattempo”, ovvero prima che le strade vengano sistemate. Ho fatto un ragionamento semplice. Se segnali qualcosa su un asfalto nero con una bomboletta di vernice che vada in contrasto, automaticamente la buca si vede e ti salvi la vita. Ho voluto cominciare dal quartiere nel quale è caduta Elena.
Inoltre, segnalare una buca significa dire all’Amministrazione che lì c’è un problema e che qualcuno deve intervenire”. È nata la collaborazione con l’Associazione Tappami. “Non solo segnando le buche salviamo le vite. Ci siamo chiesti se, sempre come volontari, sia possibile tappare le buche segnalate. Questo serve per salvare, subito e senza attesa, la vita delle persone. Sono procedure di emergenza che funzionano. Ho chiesto al comune e al Sindaco di stare con noi. In questi mesi ho dimostrato quello che il Comune potrebbe fare. Lo urlo a gran voce perché mia figlia è morta per colpa delle buche. Purtroppo il Comune non mi risponde. Nel frattempo, però, le persone muoiono, in attesa che il Comune risponda o rifaccia le strade”.