Disturbi alimentari: qual è il ruolo delle famiglie nel processo di cura? Mode alimentari, come aiutare le famiglie a scegliere i prodotti? Laura Dalla Ragione, psichiatra e Paola Antonelli, neuropsichiatra, ne parlano in “Le mani in pasta” – Il Pensiero Scientifico Editore. Qui, la famiglia viene vista come nucleo terapeutico e viene coinvolta nel percorso di cura. “Quando in famiglia qualcuno si ammala, anche il resto del gruppo ne soffre – spiega la dottoressa Dalla Ragione – per questo diventano parte integrante nel processo di cura, pur non essendo la causa del problema. Negli anni ’70 le famiglie sono state molto colpevolizzate, oggi, invece, si pensa che giochino un ruolo importante a scopi terapeutici.”

La selezione degli alimenti

Le mode incidono nella scelta degli alimenti e alle famiglie serve un aiuto ad acquistare i prodotti giusti, come fare? “Se c’è un diabete di tipo 1, una celiachia diagnosticata, o altri disturbi siamo costretti a proporre al bambino una certa dieta – dice Laura Dalla Ragione – ma se non c’è niente di tutto questo è importante proporre ai figli tutti i cibi possibili, permettendo loro di assaggiare più cose: dai carboidrati alla verdura, dai legumi ai dolci. Presentare ai figli più cibi favorisce un rapporto alimentare di fiducia.”

Disturbi alimentari: come si comportano gli adulti?

“Oggi quando ci incontriamo ci diciamo subito quello che non mangiamo: il pomodoro, verdura. I bambini capiscono che c’è una grande tendenza alla selettività – ha spiegato la psichiatra – e questo non aiuta.”

I disturbi alimentari sono causati da disturbi emozionali o relazionali?

“Nascono prima i disturbi relazionali – conclude l’autrice de “Le mani in pasta” – i disturbi alimentari sono disturbi dell’anima. E’ l’anima di un bambino un adolescente che si rompe interiormente.” Il problema, dunque, diventa soltanto l’espressione di una rottura interna esistente da tempo, e da arginare al più presto.

 

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