Bikini blues: un italiano su quattro si ammala, è il disturbo causato dal fallimento della prova costume. Ne abbiamo parlato a #genitorisidiventa, su Radio Cusano Campus, con la psicologa Emanuela Napoli. 

Nuovi canoni di bellezza

Cosa ci rende tanto suscettibili alla prova costume? Come mai siamo arrivati a parlare di bikini blues? “Negli anni ’40 o ’50 i canoni di bellezza erano altri – ha spiegato Emanuela Napoli – adesso c’è un ideale di magrezza eccessivo, anche privo di forme. L’ideale di perfezione è più impattante per colpa dei messaggi mediatici: Instagram, per esempio, ci fa vedere corpi di donne e uomini perfetti e muscolosi.”

Bikini blues: quella che è sempre stata definita prova costume adesso è diventata una vera e propria sindrome depressiva: cos’è cambiato? “Il condizionamento sociale – ha sottolineato la dottoressa Napoli – maggiormente gravoso sulle donne.”

Qual è il significato della prova costume?

“La prova costume è un tramite per prendersi cura del proprio corpo – ha aggiunto Emanuela Napoli – e l’autostima è legata al concetto di immagine corporea. Già da bambini ci creiamo una rappresentazione mentale del nostro corpo carica di emozioni e vissuti esperienziali, questi compongono la stima di sé.”

Come vengono aiutati i pazienti a superare il bikini blues?

Attraverso “strategie che possono essere messe in atto in ambito pratico – ha concluso l’esperta – e che possono aiutarci ad una valutazione più obiettiva di noi stessi: dieta e allenamento equilibrati. Una persona che prova tanto disagio emotivo di fronte al proprio aspetto fisico è una persona che dovrebbe lavorare sul sé percepito (ridimensionando aspetti di eccessiva ansia e pregiudizi legati agli stereotipi) e sul sé ideale, ovvero sui canoni troppo alti legati alla valutazione del proprio corpo. E’ necessario che devo trovare un equilibrio tra quello che posso raggiungere con la mia fisicità e quello che sono. Se ho un’ossatura di un certo tipo non posso aspirare al fisico di una modella.”

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