Con la fine dell’anno vecchio e lo scoccare del nuovo, è tempo di bilanci in parlamento. E non sono affatto buoni. Pochi passi avanti nel concreto; riforme, Gelmini a parte, quasi nulle, scandali a non finire e tormentoni come se piovesse. Come ne termina uno, ne attacca subito un altro. Quello dell’ultim’ora riguarda il bel Casini: Entrerà o non entrerà nella maggioranza?Dopo aver ricacciato miseramente Fini nell’oblio, questa domanda ci accompagnerà per tutto l’inizio del nuovo anno e oltre, almeno fin quando il tutto si risolverà come sempre a favore del premier e Casini farà la stessa fine dell’ex leader di An.
Le continue dichiarazioni ottimistiche di Berlusconi e spocchiose del capo dell’Udc, nascondono in realtà la volontà di venirsi incontro per soddisfare le rispettive esigenze. Il cavaliere ha un vitale bisogno di allargare l’esecutivo ai centristi per poter governare; ai cattolici,invece, fanno decisamente gola gli allettanti posti vacanti da ministro.
L’ultimo dicastero a liberarsi potrebbe essere quello dei Beni Culturali di Sandro Bondi, che, secondo voci interne al governo, sarebbe prossimo alle dimissioni. Le principali motivazioni sarebbero due: evitare un nuovo duro banco di prova, come la mozione di sfiducia ai suoi danni; offrire il suo posto a qualche Casiniano affamato di potere, e tornare così (se mai avesse smesso) ad essere il coordinatore unico del Pdl, che probabilmente è il ruolo più adatto per lui.
Il premier, dal canto suo, continua ad essere fiducioso e non smette di ribadire che il governo continuerà il suo operato per i due anni e mezzo che mancano alla fine della legislatura, smentisce il proliferare della campagna acquisti dei parlamentari e rivolgendosi a Casini, sostiene orgogliosamente che “possiamo andare avanti anche senza di te”. Ironica la risposta del leader dei centristi che, prima di andare in vacanza, fa gli “auguri” al Presidente del Consiglio che è tanto sicuro di se.
Ironie a parte possiamo appurare che il nuovo anno sta per iniziare all’insegna di quello vecchio. Giochi di potere che non accennano a placarsi, corse frenetiche alle poltrone da conquistare e lotta spasmodica per quella da difendere; poche o nulle parole per rassicurare gli italiani su qual è la strada da seguire per affrontare le emergenze che non accennano a diminuire in questo paese, così come nessun accenno viene fatto riguardo alle nuove riforme .
Se i propositi sono questi, prepariamoci ad un revival di questo pessimo 2010.
U. Cataluddi