Il Colosseo diventa il monumento più fashion d’Italia. Scarpe, vestiti, giacche, gonne e pantaloni di tutto il personale tecnico e di vigilanza del Parco archeologico, che comprende anche Palatino, Foro Romano e Domus aurea, saranno disegnati infatti dagli stilisti emergenti che studiano nelle scuole di moda.
Chi opera nei settori culturali deve fare squadra e individuare percorsi comuni di promozione e valorizzazione
Con un protocollo d’intesa siglato lo scorso aprile, il sito più visitato del Paese e Alta Roma lanciano un bando rivolto a tutti gli studenti e le studentesse delle accademie per la creazione della nuova linea di divise. Il tutto rigorosamente made in Italy, e “dovrà rafforzare l’identità visiva” del Parco, ma anche “promuoverne l’immagine proprio mediante la produzione di capi qualificati”.
Aperto a maggio, il concorso si chiuderà a novembre. Questo prevede la partecipazione delle scuole di moda italiane a titolo gratuito. Per la realtà vincitrice è previsto un riconoscimento di 5.000 euro per l’acquisto del materiale didattico. “Oggi è una giornata importante, perchè il Colosseo si coniuga con la moda”. Ha detto il direttore del Parco archeologico, Alfonsina Russo. “Chi opera nei settori culturali deve fare squadra e individuare percorsi comuni di promozione e valorizzazione. La logica dei circuiti chiusi che hanno impedito al sistema produttivo di dispiegare le sue potenzialità deve essere superata”.
Dai primi di luglio, le scuole avranno la possibilità di ascoltare le diverse istanze
È su queste basi che nasce l’accordo con Alta Roma. Un’idea, questa, partita a febbraio dall’Anfiteatro Flavio con “l’obiettivo di collegare tradizione a sperimentazione, facendo dialogare arte e artigianato”. E l’iniziativa ha già riscosso l’interesse di numerose accademie e scuole di moda provenienti da tutto il territorio nazionale. Dai primi di luglio, le scuole avranno la possibilità di ascoltare le diverse istanze e necessità di chi lavora quotidianamente nel Parco, che saranno poi tradotte in una linea di abbigliamento. “Siamo entusiasti perchè pensiamo che questo progetto sia l’esempio di come si può interagire e fare sistema- ha aggiunto Silvia Venturini Fendi, presidente di Alta Roma- In questi anni Alta Roma ha subito una profonda trasformazione, diventando sempre più un contenitore vicino alla formazione. Roma è la culla ideale per chi vuole fare del bello un lavoro”.
Con i suoi 7 milioni di visitatori l’anno, il Parco sarà così agli occhi dei turisti di tutto il mondo anche un luogo di eleganza
A dirlo sono anche i numeri del comparto della moda romana. Quest’ultima è “uno dei cavalli di razza che usiamo per conquistare il mondo”. Ha tenuto a dire Lorenzo Tagliavanti, presidente della Camera di commercio di Roma che è uno dei soci di Alta Roma. “Il valore dell’export del sistema moda romano- ha specificato Tagliavanti- nel 2017 è stato di 670 milioni di euro, 115 in più rispetto al 2016. Un aumento del ben 20% che in anni così difficili è un ottimo risultato”.
Con i suoi 7 milioni di visitatori l’anno, il Parco sarà così agli occhi dei turisti di tutto il mondo anche un luogo di eleganza e sperimentazione del nuovo stile tutto italiano. “Oggi lo osserviamo con gli occhi degli eredi, ma questo luogo incredibile è stato contemporaneo. E’ uno degli oggetti attraverso cui una società si è rappresentata ai propri contemporanei. Si fa un torto se si considera solo un tempio da conservare, perdendo la dimensione della vita civile- ha detto il vicesindaco di Roma con delega alla Crescita culturale, Luca Bergamo- e questa iniziativa ha il pregio di combinare la ricerca e l’innovazione con la tutela e la memoria investendo su giovani emergenti. Per questo ha un forte valore simbolico”.
Questo progetto parla di contaminazione tra cultura e creatività
Una “iniziativa giusta” anche per l’assessore regionale allo Sviluppo economico, Paolo Manzella. Manzella ha detto : “siamo arrivati al momento giusto per avere finalmente una politica nazionale per la creatività. Questo progetto parla di contaminazione tra cultura e creatività ed è giusto aprire la pubblica amministrazione ai valori creativi” Bonisoli ha infine tenuto a dire che “questo è il bene culturale per antonomasia, non è un caso che siamo qui. E la moda è parte della cultura, la moda è cultura e dobbiamo renderci conto che è un asse portante e come tale va trattato, protetto, valorizzato e reso fruibile”.
Fonte DIRE