Scuola, tutti parlano ma non tutti sanno. “Da papà farò di tutto perché sia approvato il progetto di legge per avere telecamere negli asili, nelle scuole e nelle case di riposo. Per rispetto delle maestre perbene che sono il 99 per cento, come gli infermieri. Però chi mette le mani addosso a un disabile o a un bambino è una bestia che non può tornare a fare quel lavoro”. Parole e musica del ministro dell’Interno Matteo Salvini, che non perde giorno per aggiungere obiettivi da raggiungere, senza curarsi troppo di sconfinare in dicasteri altrui. Ma Salvini non si ferma qui:
“Una battaglia che vorrò combattere senza tregua e lo dico non da ministro ma da papà, è quella contro le nuove droghe che stanno stroncando i ragazzini fin dai dodici anni davanti alle scuole. In autunno vorrò che carabinieri e polizia siano davanti alle scuole perché i venditori di droga ai nostri figli devono finire in galera, dal primo all’ultimo, e il problema è che poi devono restarci. E qua bisognerà lavorare col ministro della Giustizia”. Solo per questi due provvedimenti, video sorveglianza di quei luoghi dove l’utenza è particolarmente debole ed indifesa, e pattugliamento delle scuole, sarebbero principalmente quelle superiori ma non potrebbero essere impiegati meno di 30mila agenti al giorno, al fine di sradicare il fenomeno dello spaccio, servirebbero investimenti nel mondo della scuola mai realizzati prima d’ora.
Ma non è nemmeno questo il nodo centrale della questione. Il vero problema è che non è il solo Salvini a pianificare soluzioni e avanzare proposte che riguarderebbero da vicino solo il Miur e il lavoro del neo ministro Bussetti. Il Presidente della Commissione Cultura alla Camera, Luigi Gallo (M5S), sempre ieri ha lanciato l’idea: “Scuole aperte anche di notte”. Lotta alla criminalità attraverso la scuola vista come presidio culturale e abbattimento significativo di tanta parte di quella precarietà che soffoca questo mondo. Avvertire con urgenza l’onorevole Gallo che al Sud mancano le risorse per tenere le scuole aperte di giorno, figurarsi la notte. E ancora, organizzare attività ludiche e di intrattenimento ha un costo che negli ultimi anni nessuno ha mai voluto sostenere. Chiosa: per un Bussetti prudentissimo, lapidario, temporeggiatore e attento a non far trapelare indicazioni su come si sta muovendo il nuovo Miur rispetto ai diversi tavoli di lavoro messi in piedi tutti e con urgenza, c’è sempre qualche esponente politico di rilievo che esautora ed indebolisce la figura, ancora troppo fragile almeno a livello di impatto mediatico, del nuovo numero uno di viale Trastevere.
In barba alla saggezza socratica, qui credono tutti di sapere tutto. Se l’esigenza, forse addirittura la richiesta, dei lavoratori del mondo della scuola si riferiva ad un ministro che fosse prima di tutto un uomo di scuola, allora che lo si lasci lavorare.