Visentini Campione mondiale e italiano a livello giovanile

ha raccolto meno di quanto prodotto e seminato, da Senior

Quel balordo ammutinamento di Stephen Roche al Giro d’Italia 1987

 

Roberto Visentini è un ex ciclista su strada e pistard italiano, professionista dal 1978 al 1990. E’ stato tra i talenti più in vista, del suo periodo agonistico.

Proveniente da una famiglia del Bresciano, il giovanotto lombardo ottenne risultati già nelle Juniores; nel 1975 fu campione italiano su strada appena diciassettenne. E riuscì a vincere anche il campionato mondiale di categoria a Le-Chalet-a-Gobet.

Sempre da dilettante Visentini conquistò il titolo di campione italiano a cronometro nel 1977.

L’anno dopo al Giro d’Italia ha conquistato la maglia bianca come migliore giovane della corsa rosa, e si piazza quindicesimo nella classifica generale, all’arrivo a Milano.

Nel 1979 e nel 1980 i suoi progressi nella corsa a tappe organizzata dalla Gazzetta dello Sport si piazza decimo e ottavo, e in questo secondo caso ha indossato, per ben 7 giorni, la maglia rosa, simbolo del primato assoluto.

Partecipò alla Vuelta di Spagna del 1980 e vinse subito due tappe tra le quali una cronoprologo.

Nel Giro D’Italia del 1983 fu famoso il suo testa a testa contro Giuseppe Saronni, che lo sconfisse facendolo arrivare secondo. Roberto vinse la cronometro finale, la Gorizia-Udine e, nei 21 giorni delle tappe italiane fu comunque maglia rosa per due giorni.

Visentini non ha mancato di coraggio e di spirito di sacrificio, anche se la fortuna, spesso, gli ha voltato le spalle. Nel 1985 mentre stava avviandosi alla vittoria si ammalò e fu costretto a ritirarsi dopo nove giorni trascorsi con la maglia rosa sulle spalle.

Nel 1986, finalmente, ottiene il primato al Giro D’Italia, sulla salita del Froppolo. Mantenne la maglia rosa per i restanti sette giorni, ai danni di straordinari calibri quali erano Beppe Saronni, brianzolo, il trentino Francesco Moser e la conferma a due ruote statunitensi, Greg LeMonde. Roberto Visentini vince il Giro d’Italia tra i tantissimi applausi di tutti gli appassionati delle bici su strada. Il suo chiaro talento gli permette di riscuotere un premio importante a livello internazionale quale è sempre stata la corsa rosa.

La sfortuna, però, tornò nel 1987. Visentini fu attaccato in maniera imprevedibile e non concordata dal compagno di squadra, l’irlandese Stephen Roche. Era la quindicesima tappa e Visentini era primo in classifica. Si innervosì e crollò, perdendo la maglia rosa. Nelle tappe successive, ancora arrabbiato, provò il tutto per tutto e condusse gare troppo al limite. Cadde e si fratturò il polso il penultimo giorno prima del finale.

Ormai Roberto inizia un periodo di crisi, nonostante la sua squadra, la Carrera, confermi lui e non lo scorretto Roche. Non vinse più una gara e si ritirò nel 1990.
In tutto vinse diciotto gare: fra le sue altre vittorie degne di nota ci sono il campionato italiano dell’inseguimento del 1979, un Giro del Trentino nel 1981, un Trofeo Baracchi lo stesso anno, e l’edizione 1983 della Tirreno-Adriatico, quella che gli addetti ai lavori definiscono, non a caso, la Corsa dei Due Mari.

Dirà che nel 1987 subì una grave scorrettezza. Infatti se il capo del team è primo normalmente nel ciclismo non può essere attaccato. D’altra parte è anche vero che Roche quell’anno vinse anche Tour e Mondiale, firmando comunque una storica tripletta.

Quel bruttissimo episodio rimarrà alla storia come uno dei giri più controversi. Nelle tappe successive addirittura il pubblico, ovviamene italiano e schierato a favore di Roberto, prova a dare un pugno a Roche. Visentini invece crollerà letteralmente sul piano psicologico, e diventerà l’ombra di se stesso.

Chi ha seguito il Ciclismo in quegli anni ha sempre avuto una chiara idea. Che Roberto Visentini abbia seminato tanto. Ma raccolto meno, e tanto, rispetto a quanto avrebbe meritato.

(ha collaborato Giulio Dionisi)