Bullismo. Build Future, stop bullyng. Si chiama cosi’ il progetto europeo di contrasto al fenomeno del bullismo promosso dal Municipio I di Roma Capitale in 22 scuole di quattro Paesi (Italia, Spagna, Grecia, Repubblica Ceca) in partnership con enti locali, universita’ e associazioni no profit italiane ed europee.
Il progetto, concepito nel quadro dei programmi di finanziamento Justice e Rights, Equality and Citizenship (Rec), e’ stato presentato nel corso di un convegno organizzato da fondazione Exclusiva a Palazzo delle Esposizioni a Roma, alla presenza, tra gli altri, del presidente del Municipio Roma I Centro Sabrina Alfonsi, della deputata Flavia Piccoli Nardelli e del direttore dell’Osservatorio sulle Famiglie Eurispes, Andrea Catizone.
Moderatore del tavolo, il direttore dell’Agenzia di stampa Dire, Nico Perrone. Sviluppare metodologie innovative per prevenire e interrompere i fenomeni di bullismo nelle scuole, condividere raccomandazioni e best practices di prevenzione del bullismo a livello internazionale, suggerire politiche concrete di contrasto al fenomeno. Questi gli obiettivi del progetto finanziato dalla Commissione europea per oltre 200mila euro a cui si sono aggiunti circa 80mila euro cofinanziati dai partner di progetto.
Al centro delle azioni messe in campo, il lavoro sulla comunità e non sui singoli target. Tre le metodologie di intervento sperimentate: il Whole School Approach, cioè l’intervento scolastico integrato; il sistemico-relazionale, cioè il sostegno alla comunicazione, interazione, collaborazione e condivisione, che mette al centro le emozioni di tutti i soggetti coinvolti con attività quali il teatro, la scrittura creativa o la semplice visione di un video; e il bottom-up, che consente di accogliere le strategie ‘dal basso’ da suggerire ai policy maker.
Gli strumenti utilizzati sono stati invece la ricerca-azione, con interviste, questionari e confronto tra stakeholder locali; e i workshop. Tre i risultati principali ottenuti alla fine del progetto: la condivisione di best practices a livello internazionale; la costruzione di un’app, Bullyng radar, in grado di monitorare la percezione del fenomeno attraverso la segnalazione con un semaforo delle proprie sensazioni sul fenomeno, raccolte poi in modo statistico per realizzare un’evidenza grafica da utilizzare per orientare le politiche contro il bullismo; e la realizzazione di una serie di linee guida per la definizione e l’applicazione di metodologie innovative di prevenzione, presentate nel corso del convegno (sinteticamente: ascolto e relazione con gli studenti; strumenti e sostegno ai docenti; collaborazione delle famiglie; coinvolgimento della comunità).
“Sono felice di aver lavorato fuori dai riflettori su temi fondamentali come questo- dichiara in apertura la presidente del Municipio I Alfonsi- Con queste linee guida siamo riusciti a lavorare in maniera preventiva e abbiamo anticipato la legge nazionale n. 71 del 2017. Ci sono dati allarmanti che ci dicono piu’ del 50% dei ragazzi tra gli 11 e i 17 anni sono stati vittime di episodi violenti, il 41,5% frequentano scuole elementari e medie. Roma e’ la citta’ con piu’ episodi di bullismo nel Lazio con una percentuale del 45,7% che vuol dire un ragazzo su due. Non si poteva pensare di ignorare questo fenomeno e per questo nel 2016 Valeriani si e’ fatto promotore di una legge per la Regione Lazio, prima in Italia ad emanare una norma per il contrasto al bullismo”.
Un progetto, quello del Municipio I, in linea con la convinzione che “la scuola rappresenti una straordinaria opportunità per cambiare la società”, come sottolinea l’assessore alle Politiche Educative del Municipio Roma I Giovanni Figa’ Talamanca, attraverso la capacita’ “di trasmettere ai ragazzi messaggi di civiltà e strumenti per diventare cittadini”. Ed e’ sulla questione educativa che ruota anche la legge n. 71 del maggio 2017, “una legge impostata-ragiona Nardelli- su prevenzione, educazione, formazione dei docenti e dei genitori, azioni contro il cyberbullismo e a tutela delle vittime”, un provvedimento “giovane- aggiunge- frutto di un grande lavoro delle Commissioni Giustizia, Affari Sociali e Cultura e che oggi, a distanza di un anno, richiede un monitoraggio”.