Karpov l’Ambasciatore degli Scacchi in tutto il Mondo

Campione di diverse epoche politiche, riscuote applausi e ammirazione dappertutto

 

Anatolij Evgenij Karpov è considerato uno dei più grandi giocatori nella storia degli Scacchi. Ha al suo attivo 140 vittorie dal 1974 al 1998 in competizioni di prestigio, e ha partecipato a tutte le finali del Campionato del Mondo. In carriera ha ottenuto 1.126 vittorie, 1.376 patte e 280 sconfitte su un totale di 2.782 partite giocate.

Karpov nasce il 23 maggio 1951 a Zlatoust, città industriale situata sul versante occidentale dei Monti Urali.

A soli 4 anni inizia a giocare a scacchi grazie agli insegnamenti del padre, che occupava un ruolo dirigenziale nella fabbrica metallurgica di Zlatoust. La famiglia di Karpov si trasferì per un breve periodo a Mosca, per permettere al capofamiglia di conseguire una laurea in Ingegneria Meccanica. Poi fece ritorno negli Urali, dove Evgenij iniziò a frequentare una scuola scacchistica. Il giovane “Tolja”, come veniva chiamato dalla famiglia, iniziò a farsi strada nelle categorie minori, sino a raggiungere il livello di candidato maestro a neppure 12 anni.

In seguito a questo exploit venne ammesso nella prestigiosa scuola di scacchi dell’ex campione del mondo Michail Botvinnik, che in seguito sarebbe stato il maestro anche di Garri Kasparov. Il primo periodo, però, si rivelò fallimentare. Karpov non aveva uno stile ben definito, tanto da spingere il maestro ad un giudizio poco lusinghiero: «Il ragazzo non sa nulla di Scacchi: non vedo alcun futuro per lui in questa professione».

La svolta avvenne dopo l’incontro con Capablanca, campione cubano degli Anni Venti, molto conosciuto e amato in Unione Sovietica. Possedeva, infatti, un gioco posizionale che ben si addiceva allo stile di Karpov. Per ammissione dello stesso “Il manuale degli scacchi” di Capa fu la sua prima lettura scacchistica e lo aiutò a migliorare.

Grazie allo studio e all’applicazione Karpov maturò in fretta. Nel 1966, all’età di 15 anni, divenne il più giovane Maestro dell’Unione Sovietica. La federazione lo inviò come proprio rappresentante al torneo internazionale di Trinec, in Cecoslovacchia. I dirigenti caddero in un equivoco, credendo che si trattasse di una competizione giovanile. Invece era un torneo destinato ai giocatori adulti. Il giovane Karpov comunque vinse il torneo senza problemi, e nei mesi successivi bissò il successo anche nel campionato europeo Juniores di Scacchi. Nel 1968 scelse come allenatore Semen Furman, un forte Grande Maestro sovietico che lo condusse al trionfo nel Campionato del Mondo Juniores, a Stoccolma nel 1969. All’età di 19 anni Karpov ottenne la qualifica di Grande Maestro, all’epoca il più giovane del mondo.

Il successo nel torneo internazionale di Leningrado nel 1974, seppur in coppia con Viktor Korcnoj, gli spalancò le porte al ciclo di selezione dei candidati, il cui vincitore avrebbe ottenuto il diritto di sfidare il campione del mondo in carica, all’epoca lo statunitense Bobby Fischer. Karpov nelle eliminatorie riuscì a spazzare la vecchia guardia sovietica: al primo turno eliminò Paluhaeuski con un secco 5,5 a 2,5. In semifinale liquidò Spasskij per 7 a 4.

Infine affrontò il temuto Korcnoj, e fu l’incontro più combattuto, vincendo di misura per 12,5 a 11,5. A soli 24 anni Karpov non riuscì mai a sfidarsi con l’americano per l’imprevedibile forfait del campione del mondo in carica. Fischer, infatti, volle imporre allo sfidante ed alla federazione internazionale di Scacchi una serie di condizioni economiche e regolamentari che non vennero accettate. La federazione decretò Fischer decaduto, e Karpov nuovo campione del mondo. E fu insignito del titolo il 24 aprile 1975 nel corso di una solenne cerimonia nella sala delle Colonne, nel centro di Mosca.

Il giovane russo venne sminuito da molti critici per la sua vittoria a tavolino. Ma seppe farsi valere pochi mesi dopo trionfando nel torneo di Milano. Dove ribadì senza mezzi termini il suo diritto alla corona iridata. Nel 1978 Karpov si trovò a difendere il titolo mondiale a Baguio nelle Filippine, contro Viktor Korcnoj, sconfitto 4 anni prima nella finale dei candidati.

I due non potevano essere più diversi: non solo per lo stile di gioco e per l’età anagrafica, il veterano Korcnoj era più grande di 20 anni, ma sopratutto perché Karpov era un esponente di punta del PCUS mentre Korcnoj era un dissidente fuoriscito dall’URSS. Tanto che era stato privato della cittadinanza. L’incontro assunse, quindi, connotati politici di una sfida tra il blocco sovietico e gli avversari occidentali, che per certi versi replicarono le modalità del match Fischer-Spasskij di soli sei anni prima.

Nel corso delle 32 partite necessarie a concludere il match non mancarono le accuse reciproche e le strumentalizzazioni politiche, così come i tentativi di disturbare l’avversario e le polemiche lanciate a mezzo stampa. Dopo una serie iniziale di patte, nel corso delle quali i due avversari si studiarono, Karpov vinse l’ottava partita. Korcnoj riequilibrò il punteggio all’undicesima. Karpov, vincendo le partite 13, 14 e 17 si portò sul punteggio di 4-1. Korcnoj vinse la 21° partita e Karpov la 27°: gli manca quindi un solo punto per conquistare la vittoria. A questo punto il giovane scacchista entrò in una profonda crisi di concentrazione, che permise al più anziano Korcnoj un’inattesa rimonta sino al 5-5. Karpov, però, seppe approfittare di una svista del rivale e riuscì a strappare l’ultimo e decisivo punto nell’incontro successivo.

Nel 1981 Karpov si trovò nuovamente a difendere il titolo, ancora una volta contro Korcnoj – nel frattempo divenuto cittadino svizzero – questa volta a Merano. Fu il primo match per il titolo mondiale disputato in Italia. Questa volta Karpov riuscì a contenere l’avversario con un inequivocabile 6-2 inflitto in sole 18 partite.

In questo momento il campione di Zlaoust pareva realmente imbattibile perché vinse in sequenza numerosi tornei prestigiosi: Tilburg, Olanda, 1979, 1980, 1982 e 1983, Bugojino 1980, Linares 1981, Torino 1982 e Londra 1984. Il nuovo astro nascente Kasparov, però, stava iniziando a crescere, e fu infatti proprio lui a vincere il torneo dei candidati e a sfidare il campione Karpov per il titolo mondiale, nel settembre 1984 a Mosca.

Le differenze di stile e personalità tra Karpov e Kasparov erano ancora più marcate di quelle tra il campione del mondo e Korcnoj. Il giovane e ribelle Garri incarnava la voglia di novità che stava attraversando l’Unione Sovietica al termine dell’era Breznev. Il suo stile di gioco aggressivo e dinamico si contrapponeva al tradizionale gioco posizionale e attendista della scuola sovietica. Karpov vinse in rapida successione quattro delle prime nove partite, seguirono poi 17 patte, e ancora una vittoria di Karpov che si portò sul punteggio di 5-0 a proprio favore. A questo punto, come già successo nel primo match con Korcnoj, il campione del mondo entro in crisi e si fece rimontare sul 3-5.

Il match prosegui con 40 patte, cinque mesi di gioco e una situazione che non pareva destinata a sbloccarsi. La Federazione decise di sospendere la sfida. Anche in questo caso le polemiche non mancarono: Karpov, funzionario di lungo corso del PCUS, era sicuramente più gradito del giovane ed irrequieto Kasparov, pure iscritto al Partito Comunista. Quest’ultimo infatti non si fece scrupoli nel manifestare i propri dubbi sui possibili retroscena di questa decisione. I sostenitori di Karpov ribadirono, non senza ragione, che al momento della sospensione era il campione in carica a condurre il match. E quindi, vedendosi cancellate 5 vittorie contro 3 dello sfidante, era quello maggiormente danneggiato. La Federazione si difese sostenendo che un match di quella durata minava la salute dei contendenti e soprattutto finiva col paralizzare tutte le attività ad alto livello dello scacchismo mondiale.

L’incontro si ripeté pochi mesi dopo, e il punteggio azzerato. Il regolamento ritornò alle origini con l’imposizione di un limite di 24 partite e il titolo attribuito a chi per primo avesse totalizzato 6 vittorie o 12,5 punti. Kasparov giocò in maniera brillante e riuscì a imporsi per 13-11, 5 vittorie a 3, detronizzando così Karpov dopo un decennio. I due si sedettero ancora tre volte davanti al tavolino per contendersi il titolo mondiale. Il primo caso fu la rivincita chiesta da Karpov e nelle altre due occasioni quest’ultimo in qualità di vincitore del torneo dei candidati.

Nel 1986 a Londra e Leningrado, Kasparov bissò il successo dell’anno prima in un match molto equilibrato: terminò 12,5 a 11,5. Nel 1987 a Siviglia si consumò una sfida ancor più combattuta. Partendo da un punteggio di parità Karpov vinse il 23° incontro e si presentò all’ultima partita in vantaggio. Kasparov però compì un’impresa e si aggiudicò l’ultima partita. Il risultato finale fu di parità: 12-12, ma, in base al regolamento, il titolo restava al campione uscente.

Nel 1990 Karpov vinse nuovamente il torneo dei candidati, sconfiggendo facilmente in finale l’olandese Jan Timman. E si guadagnò per la terza volta consecutiva il diritto a sfidare il campione in carica. Anche questa volta trionfò Kasparov.

Nel 1992 Karpov perse per 4-6 la semifinale dei candidati contro Nigel Short, e sembrava ormai destinato ad uscire dalla scena mondiale. Invece, nel 1993, una sequenza di eventi inattesa riportò Karpov in vetta al mondo. Poco prima dell’incontro per il titolo, lo scacchista azero, a causa di dissidi con la Federazione, si ritirò dalla FIDE per dare vita ad un organismo indipendente chiamato PCA (Professional Chess Association). Uscendo dalla federazione Karpov portò con sé anche lo sfidante Short.

La federazione corse ai ripari dichiarando decaduti entrambi gli scacchisti e richiamando in gioco gli sconfitti da Short rispettivamente in semifinale e in finale dei candidati, Karpov e Timman. Karpov si ritrovò nuovamente a disputare un incontro per il titolo iridato, e riuscì a rivincere il titolo mondiale battendo l’avversario olandese con un perentorio 12,5-8,5.

Il campione degli Urali difese il suo titolo nel 1996 contro Kamskij e nel 1998 a Losanna con l’emergente talento indiano Vishy Andand, battuto per 5-3 allo spareggio dopo una sfida mozzafiato terminata in parità (3-3).

Nel 1999 il presidente della FIDE, Kirsan Iljumzinov, lanciò una nuova formula per il campionato mondiale di scacchi, quell’anno a Las Vegas. Non più una sfida fra il vincitore del torneo dei candidati e il campione in carica: ma una competizione ad eliminazione diretta con un tabellone di tipo tennistico basata su due mini-match. Karpov si rifiutò di rimettere in palio il suo titolo a queste condizioni. Come accaduto in precedenza ai suoi rivali, Fischer e Kasparov, fu privato del suo scettro da una decisione d’ufficio della federazione.

Negli ultimi anni Karpov, pur senza mai annunciare un ritiro ufficiale, ha sensibilmente diminuito la presenza nelle competizioni attive dedicandosi all’insegnamento e ad altre attività legale alla diffusione e al sostegno degli scacchi, anche partite di beneficenza.

Nel 2010 corse per la presidenza della FIDE, tentando di spodestare Iljumzinov. La sua candidatura fu appoggiata da molte federazioni e da diversi grandi maestri, tra cui il suo storico rivale Kasparov. In autunno però il congresso FIDE confermò Iljumzinov presidente e successivamente il Consiglio di Presidenza nominò Karpov “ambasciatore a vita” della Federazione degli scacchi, ruolo che ricopre tutt’ora.