Gaming disorder: è la dipendenza da videogiochi, ed è considerata malattia mentale dall’OMS. Alzi la mano chi non ha mai trascorso ore e ore al video game? Come distinguere un semplice giocatore da una persona affetta da dipendenza? L’intervista al neurologo Cherubino Di Lorenzo ha chiarito molti dubbi sulla questione, a #genitorisidiventa, su Radio Cusano Campus; definendo meglio i contorni del problema.
I doveri dei genitori
Quali sono i doveri dei genitori, rispetto al problema della dipendenza da giochi virtuali? Anzitutto, i figli non vanno “mai abbandonati, e se trascorrono intere giornate a giocare, per sostituire altre presenze affettive o altre attività, il rischio dipendenza è alto. I criteri psichiatrici sono molto netti: il fatto che un bambino si senta frustrato, se non può giocare, deve funzionare da campanello d’allarme”, ha spiegato il neurologo Di Lorenzo.
Gaming disorder: “Può essere anche considerato disturbo ossessivo compulsivo, c’è l’ossessione e la compulsione. Se non gioco mi sento angosciato e non dormo la notte, e mettendo in atto la compulsione il disagio sparisce. Uno dei meccanismi che viene messo in atto è la dipendenza dalla ricompensa, meccanismo per il quale molti ragazzini non riescono a smettere. Penso alle macchinette mangiasoldi, bottoncino e colori che si alternano, questo meccanismo è alla base di tutto”, ha osservato Di Lorenzo.
Cosa sono le dipendenze?
“I disturbi da dipendenza sono tentativi, andati a male, di autocurare delle angosce. Dietro ogni ossessione c’è un tentativo di contenimento di un disagio. Il neuropsichiatra, al momento della cura e della terapia, deve valutare se non c’è altro dietro”, ha aggiunto l’esperto del centro cefalee INI, Istituto Neurotraumatologico Italiano.
Le dipendenza sono causate da disfunzioni esogene o endogene?
“Se a me e a lei muore il gatto reagiremo in maniera differente, per natura e cultura. L’epigenetica ci dice che l’ambiente può influenzare le relazione tra problemi interni ed esterni, i due fenomeni sono molto collegati tra loro.”