Una proposta di delibera per mettere fine al ginepraio riguardante i volontari civici, spesso impossibilitati a dare quel contributo di cui invece la città avrebbe estremo bisogno.

Sarà garantita la sicurezza sia di chi usufruisce del servizio di volontariato

Una regolamentazione che partirebbe dalla scuola, per poi magari estendersi agli altri settori ‘critici’ della città eterna. A dare il primo segnale è la commissione competente di Roma Capitale. Questa, infatti, oggi ha presentato una prima bozza con l’obiettivo di mettere le mani in quella che fino ad oggi è stata una terra di nessuno. “Nelle nostre scuole- ha detto durante la commissione la presidente Teresa Zotta- ci sono molti cittadini, in primis i genitori, pronti a dare una mano all’amministrazione. Il problema è che senza un’assicurazione e senza una regolamentazione adeguata, hanno le mani legate”. Obiettivo quindi è mettersi al pari con le altre città europee che sfruttano appieno il potenziale del volontariato.

“Con un’adeguata normativa da una parte saranno snellite le pratiche per avere le autorizzazioni del Comune in caso di richiesta di intervento. Dall’altra sarà garantita la sicurezza sia di chi usufruisce del servizio di volontariato, sia di chi lo effettua”. Tanti gli elementi contenuti nella delibera, che però “è ancora in fase di lavorazione pronta ad accogliere proposte, modifiche e aggiunte”. Tra questi, un albo dei volontari, una sorta di “cabina di regia” con il compito di di monitorare gli interventi e la stipula di un’assicurazione.

L’impegno dei cittadini è fondamentale ma non può essere svincolato da controlli

“Il nostro compito- spiega ancora la presidente della commissione Scuola all’agenzia Dire- è quello di creare una sinergia tra i volontari e l’amministrazione. L’impegno dei cittadini è fondamentale ma non può essere svincolato da controlli. Se alcuni genitori ad esempio dovessero decidere di imbiancare una parete della scuola, noi dobbiamo esser certi che non lo facciano con un materiale tossico”. Oppure, “in una scuola di un municipio di periferia i genitori hanno deciso, tramite colletta, di installare un allarme nella scuola per i troppi furti. Il problema è che dopo poco il dispositivo si è rotto e l’amministrazione non è potuta intervenire per ripararlo, proprio per la mancanza di comunicazione tra le parti e per l’attuale lacuna normativa”.

                                                                                                                                                                                   Fonte DIRE