Violenza a scuola: lo sdegno dei Presidi. “Siamo veramente indignati. Ognuno di noi ha registrato un episodio di violenza nel proprio istituto ma questo ha toccato veramente il fondo”. La preside dell’Istituto Valente di Roma, Rosamaria Lauricella, non usa mezzi termini nel commentare l’episodio di violenza ai danni di un giovane docente avvenuto a Roma lo scorso 13 giugno.

“Conosco personalmente il collega e gli abbiamo mostrato tutta la nostra solidarietà’- continua la dirigente scolastica- per rispondere concretamente a questi episodi abbiamo deciso di dedicare il primo giorno del prossimo anno scolastico ad un incontro sul rapporto scuola famiglia, perché’ non si può’ iniziare un anno scolastico se non ci sono i presupposti fondamentali”.

Il caso e’ scoppiato nell’Istituto tecnico Vittorio-Lattanzio di Roma, quando il dirigente scolastico Claudio Dore’ è  stato aggredito dai genitori di uno studente dopo la comunicazione della bocciatura del ragazzo. Intervenuto per proteggere il preside, Umberto Gelvi, 23 anni e alla sua prima esperienza come insegnante, ha subito l’aggressione dei due genitori subendo un trauma cranico e un tentativo di strangolamento.

“Noi idealizziamo i nostri figli e non accettiamo i loro insuccessi- commenta Rosamaria Lauricelli- Oggi i genitori davanti ad un errore dei ragazzi non mettono in discussione il loro operato perché’ e’ più’ facile accanirsi contro l’autorità'”.

Poi il racconto di un altro episodio increscioso avvenuto nel proprio istituto a pochi giorni dalla chiusura delle scuole, quando un ragazzo e’ stato sospeso per aver istigato un compagno disabile a dare un pugno ad un’altra ragazza. “Abbiamo convocato il padre del ragazzo per venire a firmare la sospensione del figlio- aggiunge la preside del Valente- ma si e’ rifiutato di firmare minacciando di chiamare un avvocato. Questo e’ un altro caso di genitori che vedono la scuola come un’autorità da abbattere: stiamo affrontando un momento veramente difficile”.

Le fa eco Caterina Fantauzzi, dirigente scolastica del liceo Ovidio di Sulmona, per la quale “la scuola e la famiglia devono essere alleate e i messaggi educativi devono essere univoci, altrimenti non possiamo pensare ad una funzione educativa per i giovani. Se la famiglia si scaglia contro la scuola il patto viene meno e l’azione educativa diventa inefficace”.

D’altronde l’effetto sorpresa cui potrebbero appellarsi i genitori, oggi non sussiste, dal momento che, oltre ai canonici incontri tra scuole e famiglie, e’ possibile monitorare l’andamento didattico dei figlio grazie al registro elettronico, come spiega la dirigente Fantauzzi: “Si può’ discutere sulle modalità’ di recupero attivate, ma e’ ingiusto sperare nel miracolo e dare per scontata la promozione. Inoltre- prosegue- se la scuola chiama a colloquio il genitore vuol dire che c’e’ attenzione nella comunicazione alla famiglia”. Ma la professoressa Fantauzzi assicura: “Non possiamo dire che tutti i genitori sono violenti, ma capita che i genitori reagiscano in maniera violenta assumendo spesso il ruolo di sindacalisti dei propri figli”.

(fonte DIRE)