Alcolismo: il consumo in Italia è elevato, stiamo assumendo le stesse abitudini dei paesi anglosassoni. Per questo è necessario “trovare una omogeneità di trattamento, così chi viene curato può essere trattato allo stesso modo ovunque. Queste linee guida sono frutto di un lavoro multidisciplinare l’Istituto di Biologia Cellulare e Neurobiologia del CNR, il Centro Alcologico della Regione Lazio e altri enti. Molti esperti, anche internazionali, hanno scelto di aderire alla stesura delle linee guida, col tempo tutto verrà integrato”, ha spiegato il prof. Mauro Ceccanti.

Le dipendenze hanno una base comune

Tutte le dipendenze hanno una base comune tra loro, ma si esplicano in modo diverso, per questo non è corretto distinguerle. Per debellare il problema è necessario aiutare i pazienti fornendo “un’accoglienza adeguata, rispettare le persone evitando di trattarle come malati. Successivamente bisognerà procedere con la disintossicazione, che avverrà sotto sorveglianza medica”, ha aggiunto il direttore del Centro Alcologico della Regione Lazio.

Quali sono le cause delle dipendenze?

“C’è una predisposizione alla dipendenza: ci sono fattori sia di tipo genetico che epigenetico, ovvero dati dall’ambiente in cui una persona vive, e come questi impulsi modificano il DNA. L’uso stesso dell’alcol determina modificazioni neuronali, del sistema nervoso centrale.”

I traumi modificano le reazioni agli stress

“Qualunque trauma il bambino vive, in infanzia o adolescenza, modifica le modalità di reazione agli stress: una separazione, un immigrazione, un’emigrazione. Tutti fattori che comportano una carenza d’affetto portano ad una modificazione della capacità del cervello di rispondere allo stress, e il bambino, crescendo, diverrà un adulto ansioso. L’alcolismo è un problema che riguarda soprattutto i giovani che si accorgono di avere un problema reale verso i 35/ 40 anni, ma il problema comincia molto prima. La dipendenza viene riconosciuta tardi. Nel nostro Paese 24 milioni di persone ne soffrono, direttamente o indirettamente, il ministro intervenga subito”, ha detto Mauro Ceccanti.

 

 

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