NINO BENVENUTI

Oggi parliamo di uno dei più popolari sportivi d’Italia, e già pugile campione del Mondo dei Pesi Medi, Giovanni Benvenuti detto Nino.

Nato a Isola d’Istria, in quella che oggi è la Repubblica di Slovenia, il 26 aprile del 1938, avrebbe fatto parlare delle sue imprese, del suo coraggio, della sua precisione, tutto il mondo del Pugilato.

A 22 anni è Campione Olimpico a Roma nel 1960, nella Categoria dei Superwelter, della quale, tra il 1965 e il 1966, sarebbe anche stato Campione del Mondo. Poi passa in quella che è ritenuta la più tecnica, i Pesi Medi, e più volte è il migliore del pianeta, dal ’67 al 1970.

Nel 1968 ha ottenuto il prestigio premio di Combattente della stagione dopo che nell’anno precedente, primo incontro con Emile Griffith, la prestigiosa rivista Ring Magazine aveva definito quella sfida “l’incontro dell’anno”. Un premio che nel 1970 avrebbe condiviso anche nella contesa persa con l’argentino Carlos Monzon.

La strada nella Boxe per il giovane Nino inizia a 13 anni in una palestra di Isola d’Istria, località di mare un tempo italiana poi passata alla Jugoslavia. In un libro Benvenuti spiega che i suoi trisavoli erano di Caorlé, uno dei paesi in provincia di Venezia che, come tanti, vive sull’industria ittica.

E’ il padre di Nino che lo porta a frequentare la palestra e a calzare i guantoni da Pugilato. E il ragazzo inizia a vincere manifestazioni locali e interregionali, restando imbattuto fino alla chiamata nelle squadre nazionali, nel 1955.

Nel 1956 Nino perde la Mamma, e non viene convocato per le Olimpiadi. Ci mette ancora più determinazione, per dimostrare che i tecnici del periodo si sbagliassero. Tanto che nel 1957 Benvenuti il triestino acquisito è oro agli Europei, a Praga. La supremazia continentale l’avrebbe confermata due anni dopo a Lucerna. Il sogno resta conquistare un oro olimpico, e l’occasione arriva nel 1960, in casa, a Roma.

Nino vince i 4 incontri che portano al metallo più pregiato, conquista il primo posto nella Città Eterna, l’Italia stravede per lui. La medaglia gli viene consegnata con un involucro, contenente una penna con dedica firmata da Jesse Owens, l’atleta dei 4 ori conquistati a Berlino nel 1936. Ma la critica e la stampa specializzata lo premia con la Coppa Val Barker, e Benvenuti è preferito al mediomassimo Cassius Clay. Oltre a Nino sarà Patrizio Oliva, a ottenere un riconoscimento del genere.

Benvenuti finisce con l’oro di Roma l’avventura tra i Dilettanti con 120 vittorie e una sola sconfitta, peraltro ingiusta, subìta ai punti in Turchia.

Dal ’61 al ’63 Nino combatte 29 volte vincendo sempre, e spesso prima del limite. Il trentesimo incontro lo vive contro l’amico Tommaso Truppi, valevole per il titolo dei Pesi Medi. Benvenuti è campione italiano per K.O. all’11esima ripresa.

Inizia la scalata all’Europa e al Mondo: supera Ortega, Wright, Moyer. E inizia la rivalità con Sandro Mazzinghi, altro grande, del pugilato italiano. Il toscano è già campione mondiali dei Pesi Superwelter. L’incontro si fa a San Siro, 1965, con Benvenuti che agisce con la tecnica, Mazzinghi sceglie la potenza. Al 10° round vince l’istriano. Che si aggiudica anche la rivincita al Palazzo dello Sport di Roma, e si arriva fino ai 15 round: vince ai punti Nino.

A cavallo di queste sfide, che sarebbero proseguite su giornali e libri, Benvenuti diventa Campione d’Europa.

La beffa è dietro l’angolo. Nino va in Corea pe sfidare Ki-Soo-Kim. Durante la 14esima ripresa viene interrotto il match per un problema elettrico, presunto o reale. Sfida sospesa per 15 minuti e quando riprende il padrone di casa, che nel frattempo si è ripreso, ottiene una discutibile vittoria ai punti. Come evidenzia anche la rivista a stelle e strisce Ring Magazine.

Smaltita la fregatura, Nino Benvenuti passa ai Pesi Medi.

Nel gennaio 1967 Benvenuti e il manager vanno in America, per concertare il contratto dell’incontro da fare in opposizione al campione mondiale dei Pesi Medi, che è sempre stata la categoria per eccellenza, nel mescolare la tecnica alla potenza: il detentore dello scettro era un certo Emile Griffith. Il New York Post scrisse che lo statunitense avrebbe impartito al triestino una severa lezione. E che l’italiano aveva una certa lingua lunga, nel rispondere a colpo su colpo, in sede di intervista e presentazione dell’iniziativa iridata.

Sul piano tecnico siamo di fronte a due scuole di pensiero differenti: Nino impiega l’allungo, il poderoso americano vuole la lotta sulla corta distanza. Griffith va giù alla 2° ripresa e Benvenuti fa sua anche la terza. La quarta, come la prima, pare equilibrata. Nella 5° è l’italiano, ad assaggiare il knock-down anche se al “5” dell’arbitro è di nuovo in piedi. Ai punti avrebbe vinto Nino Benvenuti, 10 round su 15 per 2 giudici su 3, con il terzo che ne assegna 9 all’italiano, 6 al padrone di casa. Benvenuti riesce dove solo il francese Marcel Cerdan era riuscito, nell’impresa di vincere il mondiale al Madison Square Garden.

La RAI trasmise solo via radio l’incontro, non tramite il mezzo televisivo, e la radiocronaca di quella grande vittoria dell’italiano Benvenuti la commentò in diretta Paolo Valenti, che poi sarebbe stato garbato e fiero presentatore di un irripetibile 90° Minuto. Il mezzo marconiano fu ascoltato dai 16 ai 18 milioni di ascoltatori, nella nostra nazione, fino a tarda notte. Un successo, siamo nel 1967, che 3 anni dopo avrebbe ottenuto sempre tramite la RAI, l’Ente di Stato, con Italia-Germania, semifinale del Campionato del Mondo in Messico, vinta dagli azzurri per 4 a 3.

L’incontro è intenso e Benvenuti vince con Griffith che gli stringe la mano: il triestino riunisce le cinture dei pesi medi WBC e WBA. Al rientro Nino è accolto come un eroe che torna dalla guerra, in una nazione bisognosa di esempi sportivi. Nella rivincita l’italiano subisce la rottura di una costola e, stoicamente, resiste fino alla fine ma cede ai punti. Griffith torna sul tetto del mondo della categoria più tecnica, i Pesi Medi. La “bella”, la terza sfida, si svolge al Madison Square Garden, il 4 marzo 1968. All’11° ripresa Benvenuti atterra l’americano e vince ai punti, con due giudici che preferiscono Nino per 8 round a 6 e un terzo ufficiale che definisce il match pari.

Nino difende la corona per alcune volte: vince con Don Fullmer ai punti, in maniera netta. Subisce la terza sconfitta da professionista, dopo quelle contro Kim e Griffith, per mano del nigeriano Dick Tiger ma in questo caso non c’era il titolo in palio. Il vero sfidante sarebbe divenuto Luis Manuel Rodrigez, che domina l’incontro ma perderà per un gesto tecnico notevole dell’italiano a pochi round dal termine. Benvenuti va nella lontana Sydney perdendo per abbandono con Bethea, che gli rompe la settima costola della carriera. Quando Benvenuti mette in palio la quarta volta il titolo nella rivincita l’australiano va knock-out all’ottava ripresa.

Tanti sfidanti non li vuole, Benvenuti, il cui staff commette l’errore di non approfondire le qualità e la potenza di uno che ha sempre combattuto entro i confini del territorio argentino. E’ l’indio Carlos Monzòn, primo per il World Boxing Council, il WBC, mentre il 1° della WBA è Nino Benvenuti. Il temerario pugile italiano scansa i nomi di Cordoba, Severino, Aguilar e Fernandez, e sceglie lo sconosciuto Monzòn. Sarebbe stato l’errore più grande.

L’Indio veniva da 67 vittorie, 3 sconfitte e 9 pareggi ma, per l’assenza dei mezzi di informazione che sarebbero arrivati diversi decenni dopo, l’argentino era un “oggetto misterioso”. Aveva fame, Monzòn, che al peso dei due pugili qualche giorno prima dell’incontro, a Roma, dice: “Da questo ring scenderò o ganador o muerto, o vincitore o morto”. La potenza di Carlos è impressionante e si materializza tutta in un colpo alla 12° ripresa, quando il nostro rappresentante sul quadrato è chiuso alle corde. Un diretto alla mascella lo manda al tappeto. Monzòn è il nuovo campione del mondo.

Come fece Griffith anche l’italiano si era cautelato in sede di contratto disponendo del diritto alla rivincita. Benvenuti si ritira a Milanello, casa del Mialn, per allenarsi e preparare al meglio il secondo incontro con Monzòn, programmato per l’8 aprile 1971 a Montecarlo, allo Stade Louis II. Però il pugile nostrano perde con José Chirino ai punti. Fisicamente Nino ci starebbe pure, ma gli effetti della sconfitta con Monzòn si erano fatti sentire, sul piano della concentrazione, sotto il profilo mentale. Bruno Amaduzzi, suo manager, nel remake con Monzòn, getta la spugna, e a posteriori Nino dirà che per la sua salute il suo tecnico ha fatto bene.

Dopo la seconda sconfitta con Monzòn, a giugno si ritira definitivamente senza tornare sul ring. Aveva chiuso un capitolo, molto spesso e profondo, della sua vita, l’ex campione del mondo.

Nel suo cammino agonistico Benvenuti ha vinto 82 combattimenti 35 dei quali per KO, pareggiando una volta e perdendo in sette occasioni.

Nino è stato campione europeo nel 1957 a Praga e nel 1959 a Lucerna nei Pesi Superwelter, categoria nella quale è oro olimpico a Roma nel 1960, e Campione del Mondo nel 1965 per la WBA e nel ’66 per il WBC. Dal 1967 al 1970 ha detenuto entrambe le corone dei Pesi Medi.

Il Benvenuti privato si è sposato due volte. Nel 1961 con Giuliana Fonzari: avrebbero avuto 4 figli oltre all’adozione di una bambina tunisina. La seconda moglie fu Nadia Bertorello, dalla quale aveva già avuto una figlia: il matrimonio si tenne nel 1998 a Roma e lo celebrò Gianfranco Fini, al quale Nino era legato da ideali politici visto che nel 1964 aveva provato il cammino nell’agone dei partiti preferendo, poi, in seguito ad alcune contestazioni, essere il campione di tutti.

Per quanto fatto Giovanni Nino Benvenuti è stato insignito del prestigiosissimo Collare d’Oro al merito sportivo dal Comitato Olimpico Nazionale Italiano, il CONI. Ricordiamo che il nostro pugile è stato, con il franco-africano Marcel Cerdan, con lo statunitense acquisitio Griffith e Monzòn uno dei quattro non nati negli States a difendere più volte il titolo mondiale dei Pesi Medi. Nella classifica assoluta Benvenuti è dietro solo a Monzòn e al Meraviglioso, Marvin Hagler. E Nino è nei 9 pugili capaci di vincere sia nei Superwelter che nei medi, e tra questi c’è Sandro Mazzinghi.

Dal 1996 Benvenuti è stato inserito nella International Boxing Hall of Fame e nel 2001 è stato tedoforo alle Olimpiadi Over 50. In quel medesimo anno è proclamato Lo sportivo del secolo della Provincia di Trieste.

Nel 2011 è stato premiato come Uomo dell’Anno dall’Associazione Italiani a New York. In quel periodo Nino ha aiutato Griffith economicamente perché l’ex avversario stava lottando con la malattia dell’Alzheimer. Sempre nel 2011 Benvenuti ha partecipato alla serata newyorchese dedicata a Renato Carosone organizzata da Rai Uno e Gigi D’Alessio, alla quale hanno partecipato, tra gli altri, Liza Minnelli e Sylvester Stallone.

Di Griffith ha detto “Non puoi non diventare amico di un pugile con cui hai condiviso la bellezza di 45 round!”.

Per comprendere la popolarità di Nino Benvenuti occorre specificare le sue partecipazioni in alcuni film, tra i quali Vivi o preferibilmente morti, con Giuliano Gemma, col quale era stato commilitone nei pompieri nella casera romana di Capannelle. Poi nel fil di Stelvio Massi, Mark il Poliziotto spara per primo, 1975. Infine in Carnera, The Walking Mountain del 2008, film di Renzo Martinelli.