Facebook perde giovani utenti: gli adolescenti continuano a migrare altrove, per moda o per altre ragioni? Ne abbiamo parlato a #genitorisidiventa, su Radio Cusano Campus, con Raffaele Barberio, direttore di Key4biz, che ha detto: “Le mode stanno a valle, si creano col cambio degli atteggiamenti sociali. Il fatto che gli adolescenti siano in fuga da Facebook è un fatto assodato. L’organismo che ha svolto la ricerca restituendoci dei dati reali dovrebbe portarci a pensare che l’asse di Facebook va spostandosi in avanti. In rete gli adolescenti trovano i genitori, questi chiedono l’amicizia ai figli e i ragazzi giustamente si chiedono come mai i genitori vogliano curiosare nella loro vita. Queste dinamiche alterano la relazione ordinaria coi genitori. Non dimentichiamo gli atteggiamenti di consumo: molti giovani si spostano da Facebook ad Instagram, o YouTube, per il tipo di comunicazione. In sintesi, i giovani fuggono dai genitori e cercano i coetanei.”
I social creano dipendenza
Postare un contenuto audio, o video, su Facebook, appunto perché troppo frequentato, può favorire una buona visibilità dei contenuti stessi? “Questo è un tipo di esibizionismo narcisistico che colpisce soprattutto i trentenni, quarantenni, sessantenni, non gli adolescenti”, ha osservato Barberio. “I giovani cercano aree riservate dove incontrarsi tra di loro. Non dimentichiamo che i social creano dipendenza, non hanno niente di diverso dalle sigarette o dall’alcol, andrebbero segnalati come elemento dannosi per la salute. Tutti coloro che si confrontano con le analisi di psicoterapeuti sanno che stanno venendo fuori fenomeni di depressione, ansia. Dobbiamo uscire dalla narrazione che sostiene che i social sono la modernità, i social sono un’espressione della tecnologia e hanno una serie di controindicazioni su sfere intime e del privato che agiscono su meccanismi che servono per decodificare il mondo.”
Legge francese, divieto uso tablet
“La Francia ha messo in discussione una legge che passerà in approvazione e che vieta l’uso dei tablet e degli smartphone a scuola. Questo dimostra il fatto che stiamo parlando di strumenti che devono essere usati con parsimonia.”