Dolomiti ottima prova, Olimpia in versione lacustre e balneare
Milano turista sbadata a Trento: la Dolomiti sfrutta (e bene)
il fattore-campo: la serie per lo scudetto va sul 2-1
L’Aquila ha staccato da terra aggiudicandosi gara-3, sabato, per lo scudetto tricolore di Pallacanestro maschile. Irritante, prevedibile, persino mediocre, l’EA7 Milano: inguardabile, in attacco, scollegata, nervosa, svogliata, in difesa. Il fatto che nelle prime due partite avesse segnato 90 e 80 punti e questa volta la miseria di 65 rasenta l’assurdo, per chi conosce il concetto di gioco d’attacco, in questa disciplina. Vero è che il lavoro difensivo dei cestisti guidati da Buscaglia sia stato, di netto, più efficace, in particolare su Goudelock, rimasto a lungo uno spettatore non pagante. Ma è anche vero che, dopo il 5/11 da 3 punti delle prime due frazioni, in diversi, nell’Olimpia, hanno provato con fastidiosa insistenza tiri da lontano che non entravano, una volta constatata l’impossibilità di penetrare il pitturato o di entrare dai lati magari tramite la linea di fondo.
E il fattore orgoglio ha inciso, su un ex ectoplasma qual era stato, nelle prime due “contese” Hogue, o un nevrotico Sutton. Entrambi avevano passato, a Milano, il tempo a guardarsi intorno senza costrutto: questa volta no, hanno suonato e menato la danza, l’hanno interpretata, e non hanno aspettato la cosiddetta manna dal cielo.
Questa volta il tecnico della Dolomiti Trento l’ha preparata proprio bene. Ai rimbalzi i suoi hanno prevalso 46 volte contro 34; e hanno sopperito all’incredibile imprecisione mostrata da fuori dalla 5° classificata della stagione regolare: infatti i giocatori di Buscaglia hanno realizzato solo 3 tiri dall’arco su 22, cifra pazzesca! E si sono concessi il lusso, vista l’apatia in cui è caduta, con rara ingenuità collettiva, l’Olimpia, di sbagliare un terzo dei tiri liberi. Perché a cronometro fermo la Dolomiti ha scritto a referto 21 su 30. Sui normali standard i tiri da 2, con 21/41, che è una costante, per la formazione trentina.
Un’altra analisi che va in favore di una più attenta gestione delle rotazioni si evidenzia guardando due giocatori, in particolare: Sutton, ha giocato ben 35 minuti su 40, dimostrando una voglia di spaccare il mondo, dopo le delusioni delle uscite in terra lombarda. E Franke, che proprio in quelle due nefaste occasioni era stato uno dei migliori, nel naufragio “dolomitico”, questa volta ha giocato solo 6’ senza una traccia palpabile. E che abbia difeso meglio, la Dolomiti di Buscaglia, si vede nei tanti minuti in campo di Shelds, ben 32, con uno scarso 0/3 da lontano, e un modesto 3/8 dal “pitturato”. Tutto questo condito dalla assidua frequentazione in lunetta di Hogue, che ha tirato da fermo 8 su 14 e da 2 con un bel 5/7, per un totale di 18 punti, appena uno in meno, rispetto all’MVP Sutton.
E veniamo alla impietosa analisi della pessima e assurda (non)prestazione di Milano. Fa arrabbiare, e parecchio, i sostenitori e gli esteti, tra chi segue da tanti anni la squadra milanese. Come è possibile continuare a giocare coi tiri da fuori senza avere un degno raccolto, dopo i numeri che raccontavano di una cifra inferiore al 50%, all’intervallo lungo? Guardando al totale l’11 su 28 da 3 punti è segno di chi si sente in tasca qualcosa che non c’è, che non ha una solida base da ritenere proprio.
In pratica i soli 65 punti di Milano sono stati così “costruiti”, con una indecente casualità: 33 punti da fuori, 26 da 2 e 6 ai “liberi”. Quella di sabato sera non può essere, con i giocatori di qualità di cui dispone l’ex tecnico di Siena, la reale Milano. Che è andata in campo senza il giusto approccio, ma che, tra Pianigiani e i giocatori, non ha saputo cambiare passo come farebbe una grande squadra.
E’ stata al 50% merito di una efficacissima difesa della Dolomiti; ma l’Emporio Armani ci ha messo del suo, per complicarsi la vita. Ribadendo i dubbi dei primi due incontri, sul fatto che l’Olimpia non sappia assestare il colpo del knock-out.
Se poi ci mette pure una certa mancanza di umiltà e l’assenza di compattezza vista, che ha sfiorato una squadra di college, sì, che la frittata è fatta. Applausi al carattere e all’orgoglio dei giocatori di Buscaglia. Carbone, e tanto, per un’Olimpia inguardabile.
Gara-4 si gioca lunedì sera alle 20.45. Ci vorrà ben altra Milano, per evitare di andare sul 2-2 e rimettere quanto di buono fatto in discussione.
Il tabellino di Gara-3, con l’Olimpia Milano turista…
DOLOMITI TRENTO-EMPORIO ARMANI MILANO 72-65
Dolomiti: Forray 4 (1/4, 0/1), Gutierrez 4 (2/3, 0/2), Gomes 13 (4/7, 0/3), Hogue 18 (5/7), Sutton 19 (5/9, 1/4), Silins 8 (1/2, 2/7), Franke, Shields 6 (3/8, 0/3), Czumbel, Lechtaler, Conti, Lovisotto. All. Buscaglia.
EA7: Cinciarini 3 (0/2, 1/1), Jerrells 13 (2/5, 3/8), Goudelock 8 (0/3, 2/6), Bertans 13 (3/3, 2/5), Micov 6 (0/4, 2/5), Gudaitis 7 (2/3), Tarczewski 6 (3/5), Kuzminskas 7 (2/3, 1/2), Pascolo 2 (1/3, 0/1), Cusin, Bortolani, Abass. All. Pianigiani.
Arbitri: Carmelo Paternicò, Manuel Mazzoni e Michele Rossi.
Le statistiche – Dolomiti tiri da 2 21/41, tiri da 3 3/22, tiri liberi 21/30. Olimpia Milano: tiri da 2 13/31, tiri da 3 11/28, tiri liberi 6/10.
Si ringrazia il sito dell’Aquila Dolomiti Trento per la foto di Sutton, che va a canestro da sotto http://www.aquilabasket.it.