Donne e dignità in “Journey with new hope”. Tessitrici di nuove speranze per se stesse e per le altre donne che vivono situazioni di sofferenza, di schiavitù. È questo l’obiettivo del progetto ‘Journey with new hope’ presentato a Roma al centro studi americano. Un’iniziativa nata dall’associazione ‘Beawarenow’ con il sostegno dell’ambasciata degli Stati Uniti d’America in Italia e in collaborazione con il centro d’accoglienza ‘Casa Rut’ e la cooperativa ‘New hope’.
Grazie al progetto e’ stata creata una nuova linea di prodotti d’abbigliamento e accessori legata al viaggio che e’ stata presentata oggi con una sfilata. Obiettivo principale, insegnare un mestiere e permettere alle donne di conquistare la propria autonomia, l’unico modo per tornare ad essere libere. Un progetto per l’integrazione lavorativa ma anche sociale. A realizzare i capi sono state infatti giovani donne vittime di tratta, o comunque in situazioni di forte difficoltà’ e sofferenza, insieme alle studentesse del liceo artistico ‘San Leucio’ di Caserta.
L’idea e’ nata per contribuire a realizzare campagne di sensibilizzazione su diritti umani e tematiche sociali attraverso l’arte partecipativa nelle sue varie forme. “New hope- spiega Mirela, fondatrice della cooperativa- e’ nata nel 2004 da un sogno che e’ ‘Casa Rut’, una casa di accoglienza. Ma per ritrovare la dignità non basta, la dignità passa attraverso il lavoro. Ce l’abbiamo fatta, un passo alla volta, nel nostro piccolo siamo una realtà in un territorio difficile come Caserta, ci siamo nella legalità”.
Nel corso della presentazione del progetto anche una tavola rotonda dedicata al contrasto alla tratta degli esseri umani, in particolare delle donne e delle minori. Perché, come ha sottolineato la senatrice Valeria Fedeli, “la neutralità quando si parla di migrazioni, il non distinguere tra uomini e donne e’ già un errore gravissimo. Bisogna guardare all’interno del fenomeno, alle diverse condizioni che sono tutte brutali, ma e’ necessario che nel discorso pubblico non ci si dimentichi di queste differenze. E questo fenomeno ci riguarda tutti, riguarda il modo con cui noi guardiamo i migranti e le migranti.
E se diciamo- prosegue Fedeli facendo riferimento agli ultimi interventi del nuovo governo sul tema- rispediamoli tutti a casa loro, siamo complici del non rispetto dei diritti umani. Non possiamo semplificare la complessità”. Ed e’ guardando alla complessità e per garantire le cosiddette quattro ‘P’ del contrasto alla tratta (prevenire, perseguire, proteggere e partenariato) che suor Rita Giarretta, orsolina di Vicenza e responsabile del centro di accoglienza ‘Casa Rut’, nel lontano 1995 si e’ trasferita a Caserta insieme ad altre suore.
“Abbiamo avuto il coraggio di spogliarci delle nostre sicurezze, metterci una davanti all’altra come donne. Guardare le giovani donne, le ragazzine sulle strade ci ha colpito come donne prima che come suore, c’e’ l’umanità in questa scelta e c’e’ il coraggio di lasciare le nostre sicurezze per incontrarle, per capire la realtà della tratta e della schiavitù e li’ la nostra vita e’ cambiata. Oggi siamo contente di esserci, non e’ facile, ma vedere i loro volti stamattina ci dice che stiamo già raccogliendo i frutti e abbiamo ancora bisogno di credere nell’altro”. Tra gli interventi anche quello di Blessing Okeidon, testimone e autrice del libro ‘Il coraggio della libertà”, che ha ricordato quanto sia importante esser libere, poter scegliere, perché la “libertà e’ un diritto inviolabile di ogni essere umano, il diritto di poter scegliere di fare quello che si vuole rispettando le regole e gli altri”.
(fonte DIRE)