“Dopo quattro consecutive stagioni delle piogge con precipitazioni scarse, che hanno portato la Somalia ancora una volta sull’orlo della carestia, nel paese adesso si stanno verificando precipitazioni quasi da record, con conseguenti inondazioni e sfollamenti che colpiscono centinaia di migliaia di persone.

Le piogge acuiscono anche il rischio a cui sono esposti i bambini con malnutrizione acuta

Le piogge segnano la fine della siccità in alcune aree del paese, ma acuiscono anche il rischio a cui sono esposti i bambini con malnutrizione acuta, e in particolare quelli sfollati. Le inondazioni, da aprile, hanno costretto circa 230.000 persone a lasciare le loro case, oltre la metà delle quali si stima siano bambini, che si uniscono alle 2,6 milioni di persone nel paese sfollate precedentemente a causa di siccità e conflitti, che vivono in rifugi fatti di ramoscelli e teloni, in condizioni congestionate e insalubri che causano una rapida diffusione di malattie.

Le piogge non porranno fine alla crisi di malnutrizione fra i bambini somali. Ci si aspetta che quest’anno circa la metà dei bambini sotto i 5 anni- piu’ di 1,25 milioni- soffriranno di malnutrizione acuta. Fra questi, fino a 232.000 bambini soffriranno della più grave forma di malnutrizione, la malnutrizione acuta grave. Per questa c’è bisogno di assistenza salvavita specializzata. I bambini sfollati dalle loro case incorrono in una probabilità maggiore di essere malnutriti. Anche prima delle inondazioni, i tassi di malnutrizione acuta fra i bambini sfollati andavano dal 15% (la soglia di emergenza) al 21%, comparati a una media di 13,8% per tutti i bambini somali”. Così in un comunicato Christophe Boulierac, portavoce dell’Unicef a Ginevra.

“Quest’anno l’Unicef ha fornito cure a oltre 88.000 bambini con malnutrizione acuta grave. Le piogge diffondono malattie particolarmente letali per i bambini malnutriti, che hanno un sistema immunitario fragile e stremato. Non abbiamo ancora assistito a un aumento, ma il rischio di ulteriori epidemie è alto e aggravato dalle inondazioni. Le inondazioni hanno danneggiato i punti per il rifornimento d’acqua, le strutture igienico-sanitarie e altre infrastrutture importanti, e 22 centri per la nutrizione che curavano oltre 6.000 bambini con malnutrizione acuta, in aree che ospitano sfollati interni, hanno dovuto chiudere.

Molte delle aree colpite dalle inondazioni sono sulla strada verso una costante epidemia di morbillo

Molte delle aree colpite dalle inondazioni sono sulla strada verso una costante epidemia di morbillo. Il rischio maggiore è di un aumento dei casi di diarrea acquosa acuta o colera. I primi fondi ricevuti nel 2017 hanno permesso al governo e alla comunità umanitaria di incrementare massicciamente i loro programmi. La crisi non è finita, ma i fondi a breve termine stanno per terminare, e questo comprometterà i servizi idrici, sanitari e per la nutrizione. All’Unicef, su un appello di 154,9 milioni di dollari, ne mancano 110,3, il 71%”, conclude Boulierac.

La risposta dell’UNICEF nel 2018: – Salute: ha supportato una campagna di massa contro il morbillo a marzo 2018  che ha contribuito a una riduzione di oltre il 50% dei nuovi casi da aprile 2018; – Nutrizione: ha raggiunto oltre 88.600 bambini colpiti da malnutrizione acuta grave da gennaio 2018 a oggi, sorpassando il numero di bambini curati nello stesso periodo del 2017; – Acqua e servizi igienico-sanitari: ha fornito servizi idrici e igienico-sanitari di emergenza a oltre 300.000 persone in distretti colpiti dalle inondazioni.

Nel mese di aprile, l’Unicef e i suoi partner hanno raggiunto 113.000 persone con risorse idriche temporanee attraverso camion e voucher; – Istruzione: ha fornito servizi scolastici di qualita’ a un totale di 50.791 bambini (42% ragazze) in Somalia dall’inizio dell’anno; – Protezione dell’infanzia: ha fornito servizi per la protezione a oltre 10.800 bambini, fra cui l’accesso al supporto psicosociale.

                                                                                                                                                                   Fonte DIRE