Milano va sul 2-0 e adesso due volte reca visita all’Aquila a Trento

Quando la squadra di Buscaglia prova a rientrare l’EA7 sciorina un disinvolto attacco

 

 

La prima notizia è che l’Olimpia Milano Emporio Armani è andata sul 2-0, nelle finali per lo scudetto che la vedono avversaria della Dolomiti Trento. Il 98-85 ottenuto in gara-1 ha trovato un utile e redditizio seguito, per la formazione allenata da Simone Pianigiani. Ma sul parquet meneghino sia il buon giudizio offensivo che i palesi dubbi sulle pause dei cosmopoliti pronipoti delle Scarpette Rosse permangono. Per carità, il bicchiere è mezzo pieno e qualcosa in più, perché sulle due partite giocate dal pubblico amico, la quotata formazione milanese ottiene il massimo, per andare a giocare due volte nella splendida terra trentina.

I lati positivi riguardano, come primo impatto, il fatto che Milano abbia segnato 188 punti in due partite a una squadra che lavora, e molto, sulla difesa; questo a rimarcare il gran bell’operato dell’ex allenatore di Siena. La costruzione del gioco d’attacco dell’EA7 è basata sulla circolazione di palla, e sull’elusione della facile tentazione di giocare con numeri da circo. Che ha lasciato il posto alla sostanza, ai rifornimenti tanto per chi sa tirare da fuori, quanto per chi gioca sul pitturato. Vero è che che la pallacanestro attuale basa tanto, troppo, sul tiro da 3, sul “pick and roll”, piuttosto che su un gioco d’orchestra. Ma quando girano, i bombardieri cari a Giorgio Armani sono dolori veri.

Il primo quarto vede agire bene, in attacco, Silins, finalmente, e Forray, che danno sostanza e velocità alla compagine di Buscaglia. Milano deve rincorrere una motivata avversaria, che avrebbe voluto dimostrare che gara-1 sia stata solo un “inciampo” collettivo. Di Trento piace l’intensità difensiva, che porta l’illustre dirimpettaia a troppi errori, nei primi 10 minuti. Tarczewski ci mette buona volontà, Jerrells evita che il 26-19 per Trento non diventi uno spesso solco. Ed è Goudelock dalla distanza siderale, a riportare l’Olimpia sul -2 (27-29).

Il secondo quarto vede Milano efficace, con un Jerrells che sa segnare punti pesanti (21 in 17’ e 5/5 da 3!) e sa far girare i compagni di avventura: 30-18, racconta, il parziale all’intervallo lungo, perché non bastano Shields, sempre vivace e preciso, e Gomes, per la sfidante. La domanda è: se nel primo periodo la difesa di Sutton e soci funzionava al punto da creare il ministrappo di 7 lunghezze, perché la “uomo” di Buscaglia non sortisce effetti travestendosi da zonetta scolastica per chiudere le bocche da fuoco e da lontano che Milano ha, nella sua fregata?

Infatti Trento prova la zona ma l’EA7 non sembra impensierita, al punto che Goudelock le suona come un bravo saxofonista, e gli altri non fanno mancare il proprio contributo, riscontrabile nella distribuzione dei punti. Il massimo divario si presenta sul 64-49 e Forray prova, da fuori, a scuotere i compagni di squadra, a non farli puntare tutto o quasi sullo Shields di questi tempi, per quanto affidabile e preciso (6/7 da 2 punti, alla fine). Sutton ci mette tanta buona volontà ma tira con modestia, Hogue non è ancora entrato, in queste finali, o forse è arginato bene dalla compattezza con cui Milano difende; o, ancora, è labile, sul piano della concentrazione. Un peccato, nella sera in cui Silins scrive a referto 15 punti, che andrebbero incoraggiati anche dagli altri. Una coperta corta, in attacco, la Dolomiti.

Negli ultimi 10’ i ragazzi di Buscaglia sfoderano di nuovo la grinta del primo quarto, e qualcosa racimolano, fino al 74-66. L’Olimpia capisce che il ritmo va abbassato e fa girare di più la palla, giocandola con più secondi a disposizione: con il passare dei minuti, delle azioni, si capisce che è una volontà ben precisa. Il problema è che si ripete la scena vista nella prima contesa, perché una “bomba” di Gomes riesce a riportare pericolosamente sotto Trento, fino a 5 punti dall’Olimpia Milano.

In attacco Milano è ora “pesante”, meno spontanea, meno concreta, soffre, fino al canestro di Sutton che porta gli ospiti a 3 lunghezze, a sognare di contrastare l’EA7 fino alla fine, di procurarle un danno insidiosissimo, alla vigilia delle due gare da giocare nella bolgia di Trento. Ci sono 5’ da giocare e qui le frecce precedentemente scagliate da lontano, da Jerrells e Goudelov, si chiamano Micov e Gudaitis, perché a rimbalzo servono potenza, agilità e centimetri, e questi due riportano la gara a distanza di sicurezza (82-73).

Milano, sentito odore di bruciato, torna a marce più veloci, mentre Trento sembra non averne più, al cambio di passo. 90-80 e 2-0. Ora la squadra di Buscaglia si deve rimboccare le maniche, e pretendere, uno per uno, di più, dai suoi. Non si arriva, per caso, a una finale scudetto. Pur se giunti quinti, nella prima fase. C’è così tanta differenza, tra le pretendenti?

 

Il tabellino

EA7 Milano-Dolomiti Trento 90-80

EA7: Jerrells 27, Goudelock 25, Cinciarini 2, Micov 11, Gudaitis 11, Bertans 6, Kuzminskas 4, Tarczewski 4, Cusin, Pascolo, Abass, Vecerina. All. Pianigiani.

Dolomiti: Forray 9, Gomes 18, Silins 15, Shields 17, Sutton 8, Gutierrez 7, Frank 3, Hogue 3, Conti, Flaccadori, Czumbel, Lechtaler. All. Buscaglia.

Arbitro: Roberto Begnis, Tolga Sahin e Gianluca Sardella.

Tiri da 2: Olimpia 19/34, Aquila TN 21/41. Tiri da 3: Milano 13/31, Trento 9/20. Tiri liberi: EA7 13/14, Dolomiti 11/13.