Matteo Federici è volato domenica in Australia
Storia del centravanti viaggiatore
Un ragazzo nato a Monterotondo e nel Monterotondo, passato fugacemente al Tor di Quinto, poi capace di militare nel calcio professionistico tra Lecce, Taranto e Fano, Eretum, Valle del Tevere e Città di Anagni: con i biancorossi ha vinto il Girone B dell’Eccellenza Lazio. E domenica è partito per l’Australia, nella Serie B del lontano paese oceanico. Come è andata?
“Faccio una piccola premessa, intanto. Non lascio Anagni. Siamo rimasti d’accordo che quando torno dall’Australia, perché torno dopo tre mesi, ci rimettiamo seduti, io, il mister, Liberati, e la società Città di Anagni. Ci tenevo, a spiegare questa cosa perché abbiamo creato un ottimo rapporto. C’era stata una chiamata a marzo dell’ex giocatore del Frosinone, Claudio Pelosi. Che è anche un carissimo amico di mister Fabrizio Perrotti. E un procuratore del Nord, Giovanni Ansani, mi ha detto, con Claudio: “Un giocatore con le tue caratteristiche penso si possa piazzare in Australia, dove cercano giocatori come te. Andiamo avanti?”. Io ho risposto sì. Pensavo fosse una cosa ancora lunga, dal venire, ma poi è diventata concreta perché hanno visto i video delle mie partite. E la cosa mi aveva ingolosito e nel giro di una settimana abbiamo fatto tutto quanto”.
La squadra è di Adelaide?
“Sì, si chiama la Sturt Lions e fa la nostra Serie B, un campionato di grande attenzione. Loro hanno la prima divisione, che è la Serie A, e poi la National Premier League, che è la B”.
Quindi sei arrivato a una categoria da Alessandro Del Piero, se volessimo metterla semplicemente…
Matteo Federici sorride e dice: “Non esageriamo, stiamo coi piedi per terra. E’ un ottimo campionato, pieno di stranieri, croati, turchi, svedesi, inglesi”. Che il giocatore definisce extracomunitari, nella fretta di fare la valigia.
“Con gente forestiera, rispetto all’Oceania, alla Nuova Zelanda, all’Australia, quindi…”. “Sì, è molto intriso di stranieri”.
Ripercorriamo gli inizi, dal Tor di Quinto all’Australia!
“Sì, un piccolo passetto prima, è che Massimo (Testa) mi ha scovato dal Monterotondo, mio paese natale. Un percorso brevissimo, a Tor di Quinto: feci una caterva di gol, ero piccolissimo, non avevo nemmeno 13 anni. Andai nelle giovanili del Lecce”.
Dove c’era uno dei più grandi intenditori, di talenti giovanili, Pantaleo Corvino…
“Sì, mi prese lui, Pantaleo Corvino, dal quale mi mandò il famoso Ugo Accica, che tu ricorderai. Grande, Ugo. Ho iniziato la Primavera al Chievo Verona ed ero aggregato anche in prima squadra. Quindi è iniziata la girandola dei prestiti, sempre tramite il Lecce: Alghero, Trapani, Siracusa, Montevarchi, di nuovo Alghero, Jesi, una breve parentesi ai Glasgow Rangers, tre mesi, in Scozia; poi Fabriano, Roma un’altra volta, ho giracchiato un pochino, dài”.
Allora abbiamo fatto bene, a scrivere “Matteo Federici, il centravanti viaggiatore”.
“Sì, sono 4 anni che sono tornato a Roma, ma prevalentemente è da quando avevo 13 anni che sto fuori di casa: ho girato tutta Italia”.
E’ tutto un mondo da scoprire, anche come cultura, l’Australia. Una nuova grande avventura anche pensando a cose diverse, rispetto al Calcio…
“Era quello che mi incuriosiva, al di là dell’aspetto calcistico, volevo scoprire un mondo nuovo. Mi dicono che sotto il profilo sportivo in Australia sono veramente all’avanguardia”.
Un’altra persona di Monterotondo, la tua città natia, che è un nostro collega, mi suggeriva che tu e Gianluca De Dominicis, siete stati protagonisti di un cortometraggio premiato, curato da Carlo Alessandri. Hai o avete mai pensato di fare il percorso dell’attore?
“No, assolutamente, la vita nostra è il calcio, che ha segnato ormai le nostre vite. Dopo quello giocato spero ci sia un continuo nel calcio non giocato”.
Pensi di diventare allenatore, quando smetti di fare gol e costruirli per i tuoi compagni? O di restare nel football come dirigente?
“Sono due, tre anni, che mando la domanda per il Corso Uefa B ma non la porto a termine per impegni vari; una volta i play-off finiscono tardi, una volta ho questioni di lavoro e non riesco a farlo. Penso che a breve lo farò perché ho un punteggio che mi permette di farlo. Anche la carriera da dirigente mi piace molto”.
Dovessimo scegliere con i tuoi amici eretini un titolo, potremmo dire da Monterotondo ad Adelaide via Città di Anagni, va bene?
“Sì, è bello. Racchiude il mio percorso calcistico. Essere stato capitano nella mia città è una cosa che mi ha reso onore. Era nata appena la nuova società e ne ho fatto parte. Non voglio dimenticare la Valle del Tevere perché abbiamo fatto un anno incredibile sfiorando la Serie D. Lì ho amici, Scaricamazza, Alessio Bianchi. Poi il Città di Anagni, che è stata una sorpresa. Una scelta azzardata. Perché stavamo sì in una posizione di classifica buona ma c’erano squadre pretendenti che erano titolate, la Nuova Florida, il Pomezia, il Latina Scalo Sermoneta. E’ stato quel quid in più, andare lì e vincere un campionato contro squadre attrezzate. Siamo stati bravissimi, a vincere questo campionato”.
Poi dovevi sostituire Alessio Carlini, che mica era facile.
“Grandissimo calciatore, che non tocca raccontare a me, magari. Ha fatto una marea di gol, un giocatore importantissimo”.
Tu hai studiato, già quando giocavi nelle giovanili, per un viaggio così di rilievo, cosa bisogna dire, in vista dell’Australia, Good Luck?
“Sì, Good Luck. Beh, col settore giovanile, soprattutto nel Lecce ma anche col Chievo ho fatto tornei in tutto il mondo. Ho avuto la fortuna di vivere l’inaugurazione allo stadio del Rotterdam, a quello del Do Dragao, in Portogallo. Belle soddisfazioni, tra lo studio e il calcio. A Lecce avevamo un settore giovanile devastante, e giocatori quali Vucinic, Ledesma, Bojinov”.
Che esperienza è stata, quella in Scozia?
“Glasgow dalle stelle alle stalle. Nel senso che ero andato senza nessuna aspettativa, poi mi sono trovato ad allenarmi in prima squadra; però c’erano stati dei problemi perché venivo da un prestito del Lecce e dopo tre mesi e mezzo sono rientrato. C’erano giocatori impressionanti, i fratelli De Boer, Dado Pršo, l’attaccante croato, Paolo Vanoli, Nacho Novo, tutti giocatori di livello internazionale: i Rangers facevano la Coppa dei Campioni”.
Facci avere notizie perché se l’Università Niccolò Cusano decidesse di aprire una sede in Australia, ci puoi fare da apripista…
“Magari – dice sorridendo, il calciatore di Monterotondo – veramente volentieri. Perché no?!”
Un abbraccio lungo da qui ad Adelaide!
Matteo Federici è volato domenica in Australiallenarmi in prima squadra; però c’erano stati dei problemi perché venivo da un prestito del Lecce e dopo tre mesi e mezzo sono rientrato. C’erano giocatori impressionanti, i fratelli De Boer, Dado Pršo, l’attaccante croato, Paolo Vanoli, Nacho Novo, tutti giocatori di livello internazionale: i Rangers facevano la Coppa dei Campioni”.
Facci avere notizie perché se l’Università Niccolò Cusano decidesse di aprire una sede in Australia, ci puoi fare da apripista…
“Magari – dice sorridendo, il calciatore di Monterotondo – veramente volentieri. Perché no?!”
Un abbraccio lungo da qui ad Adelaide!