Marco Causi, economista, già deputato del PD e assessore al bilancio della giunta Veltroni a Roma, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano – Dentro la notizia”, condotta da Gianluca Fabi e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano. Causi (PD): “Impuntatura Lega su Savona è stata un pretesto per far scoppiare la crisi. Spread continuerà a salire. Siamo costretti a fare i conti con i mercati perché abbiamo un enorme debito pubblico”
Riguardo il veto di Mattarella su Paolo Savona
“Che l’Euro sia una costruzione imperfetta lo pensiamo tutti –ha affermato Causi-. Non credo che il punto sia questo. Credo che il Presidente della Repubblica abbia valutato molto pericolose, sul piano strettamente politico, alcune proposizioni di Paolo Savona, contenute nel suo ultimo libro, che sono improntate ad un forte sentimento anti-tedesco. E’ chiaro che questo rappresenta un ostacolo politico e credo che sia stata questa la motivazione principale. Mattarella ha tirato in ballo i risparmi degli italiani perché lo spread è salito e temo continuerà a salire. Non dobbiamo dimenticare un enorme debito pubblico, per questo siamo costretti a fare i conti con i mercati. Capisco il punto di Mattarella, che è un punto tutto politico, non è un veto. E’ sempre successo che i Presidenti della Repubblica siano intervenuti a modificare qua e là le liste che gli venivano proposte. In questo caso Lega e M5S hanno usato questo fatto per far scoppiare la crisi. Penso che l’impuntatura della Lega su Savona sia stato un pretesto. Si poteva nominare Giorgetti. Stare nel G20, nel G7, nell’Ecofin, lo fai meglio se già sei conosciuto ed hai reputazione. Savona è un po’ fuori da tempo, è uscito dalla Banca d’Italia nel ’76, ha 81 anni, non fa parte di quella generazione che hanno costruito le istituzioni europee e la Banca Centrale”.
Su Virginia Raggi che aspettava un governo amico per Roma
“Il problema del Comune di Roma non è la spesa corrente –ha dichiarato Causi-. Il dramma sono i pochi investimenti. E’ per questo che lo stato di manutenzione è così degradato. Non ci vorrebbe il governo amico, ci vorrebbero regole istituzionali. Quello che manca a Roma è un’istituzionalizzazione del rapporto con il governo centrale. Ci ha provato Calenda con un tavolo fatto al Ministero, però ritengo che questo metodo della concertazione istituzionale tra Roma, Regione e Governo debba essere scritto in regole che valgano per tutti”.