Vincenzo Torriani la storia del Patron che ha preso per mano
dopo la guerra il Ciclismo su Strada e lo ha portato al professionismo
Oggi parliamo della figura che ha impersonato il Giro d’Italia per mezzo secolo. Vincenzo Torriani, il patron, della corsa a tappe organizzata e patrocinata dalla Gazzetta dello Sport.
Nato a Novate Milanese il 17 settembre del 1918 è stato tra i più apprezzati dirigenti, dello sport italiano.
Il padre di Torriani aveva un frantoio e il giovane Vincenzo studia all’Istituto San Carlo di Saronno per poi proseguire il percorso accademico all’Università Cattolica del Sacro Cuore.
Chiamato alle armi scappò in Svizzera, dove aveva trovato accoglienza nei campi elvetici nelle opere clandestine: collaborò con personaggi importanti, che facevano scappare i connazionali dall’Italia come Don Carlo Gnocchi ed Eugenio Cefis.
Rientra in Italia e inizia, finita la Seconda Guerra Mondiale, la collaborazione con il giornale rosa, per far ripartire alla grande la corsa ciclistica italiana. Entra nello staff di Armando Cougnet, cofondatore del Giro d’Italia fin dal 1909.
Il milanese diventa patron del Giro d’Italia e del Giro di Lombardia: è il 1949, e 16 anni dopo avrebbe preso in dote anche il Giro del Piemonte. Intanto nel 1952 Torriani ha ideato il Gran Premio del Mediterraneo.
Sui percorsi il patron ebbe due grandi intuizioni: la prima l’inserimento della Salita del Poggio nei chilometri finali della Milano-Sanremo. E anche il percorso del Muro di Sormano nel Giro di Lombardia. Nel caso della classica più importante il Poggio ha contribuito a cambiare per sempre, la storia della Milano-Sanremo, appetita dai corridori di tutto il mondo.
Torriani e Jacques Goddet, organizzatore del Tour de France, fondano nel 1966 l’Associazione Internazionale degli organizzatori di corse ciclistiche, con sede a Parigi. In questo modo sono di più, gli imprenditori privati, i media e gli enti pubblici, a partecipare come sponsor. Tanto alla rassegna italiana quanto a quella francese.
In quegli anni a Milano il buon Vincenzo istituisce anche la Lega dei Ciclisti Professionisti.
Ma la migliore tra le intuizioni del patron Torriani quella del 1973, quando fa sconfinare il Giro d’Italia nei Paesi dell’odierna Unione Europea, dal Belgio, nazione di grandi tradizioni al Lussemburgo, alla Francia, all’Olanda e alla Germania.
In tutte le telecronache di Adriano De Zan e Giorgio Martino in RAI abbiamo visto, sull’ammiraglia della giuria, Vincenzo Torriani, punto di riferimento del ciclismo su strada. Un patron, un organizzatore noto in tutta Europa e in tutto il Mondo.
Da noi ha organizzato il concorso dedicato ai giovani studenti “Giornalisti per un giorno”, il Congresso dei Ragazzi, la Gran Fondo, la 100 km. di marcia e il Trofeo Autojunior.
Nel 1989 per motivi di salute ha dovuto delegare la maggior parte del lavoro a Carmine Castellano, che ne avrebbe preso il posto nel 1993. Anche se nel 1994 Torriani rileva Franco Mealli alla guida del Giro del Lazio, altra corsa molto seguita dagli appassionati. Nello stesso anno prende in consegna anche la Tirreno-Adriatico, la corsa dei due mari.
La storia ci ricorda una tappa di importanza assoluta, nel 1946, quando Trieste non era più italiana; la sarebbe ridiventata nel 1954. E lui contribuisce a convincere gli organizzatori dell’epoca, appena entrato nell’entourage, a far passare una tappa del Giro d’Italia nella città giuliana. Così come avrebbe fatto lui, a quel punto responsabile, della corsa rosa, nel 1971, a Lubiana, facente parte, al tempo, della Jugoslavia. Per queste due iniziative è stato nominato Grande Ufficiale al merito della Repubblica Italiana e Cavaliere di Gran Croce.
La storia del Ciclismo Professionisti su Strada ricorda di quando Torriani ha portato l’arrivo di una tappa in Piazza San Marco a Venezia e un’altra in Piazza dei Miracoli a Pisa. Con l’intento, palese, di valorizzare le straordinarie bellezze architettoniche e culturali dell’intero patrimonio italiano. O ancora la Valle dei Templi, ad Agrigento, e Piazza del Campo, a Siena.
Cittadino benemerito del Comune di Milano e della provincia, Vincenzo Torriani è scomparso il 24 Aprile 1996 proprio nel capoluogo lombardo. E riposa presso il cimitero monumentale di Novate Milanese, paese natio.