Programmi TV anni 80? La gente impazziva per la televisione in quel decennio per diverse ragioni e l’amore era corrisposto. La tecnologia di quel momento, infatti, era ben lontana dai computer e dalla rete (che comparve solo alla fine degli anni novanta) e considerava l’importanza della televisione come un aspetto centrale dell’intrattenimento.
Non c’era la possibilità di scegliere tra centinaia di canali televisivi né di customizzare il consumo televisivo come consentono di fare le streaming tv tipo Netflix, Google Play e Amazon Prime. Ad un giovane di oggi, un millenial, sembrerà normale decidere l’ora in cui vedere un programma e quando interromperlo o riprenderlo.
Ai tempi in cui Scialpi irrompeva nella scena musicale italiana, invece, l’offerta era dall’alto ma non per questo di bassa qualità. Ecco una mini-guida su cosa funzionò di più nella scatoletta luminosa in quel lasso di tempo. Buona lettura.
I programmi TV anni 80 hanno tutti un filo conduttore, un file rouge che va ricercato nella situazione sociale dell’epoca. Si usciva dagli anni di piombo, in cui la paura e la morte avevano preso il potere in Italia. Le persone erano stufe di tutto questo e volevano solo una cosa: divertirsi.
Lo intuì un allora giovane e rampante Silvio Berlusconi ma anche una serie di illuminati dirigenti Rai che seguirono la strada aperta da Mediaset (allora Fininvest) contribuendo ad alzare l’asticella della qualità.
Di successi di ascolti ce ne furono molti ma questi sono il simbolo di come funzionava la televisione negli anni 80:
- Drive In, inventato da Antonio Ricci per Italia 1 fu una vera e propria fucina di talenti comici. Sfornò nomi come Ezio Greggio, Gianfranco D’Angelo, Sergio Vastano e la coppia Gaspare & Zuzzurro. Si segnala anche la chicca di un esordiente Giorgio Faletti che poi dimostrò al paese di essere “qualcosa” di più prima a Sanremo con “Minchia Signor Tenente” e poi nelle librerie col suo exploit nella narrativa noir;
- Indietro tutta, fu un vero e propio miracolo della Rai. Guidata dal dream-team Renzo Arbore e Gianni Boncompagni, si formò una generazione di comici di altissimo livello simboleggiata da Nino Frassica, ancora in auge (e in gran forma) nella trasmissione di Fabio Fazio. Le canzonette divertenti e le ragazze del Cacao Meravigliao furono imitate dalle Alpi agli Appennini;
- Il pranzo è servito, nota anche come la trasmissione dei bambini con la febbre perché la si vedeva quando si saltava scuola per malattia, era una creatura deliziosa di Corrado. La sigla iniziale è diventata un culto del nostro immaginario collettivo e il gioco a premi con le pietanze ha fatto da nave scuola alla cultura dell’alimentazione poi esplosa quasi vent’anni dopo;
- Giochi senza frontiere, ovvero ruba bandiere con gli amici del mondo. Questo titolo fu di punta per anni a viale Mazzini grazie alla trovata di far giocare a mò di bimbi delle elementari squadre da tutto il mondo, risvegliando un po’ di sana competizione in tutti noi ma, soprattutto, un po’ di voglia di amare il nostro paese.
Le trasmissioni tv di un tempo
Analizzando i programmi TV anni 80 si può trarre un discorso più generico circa le trasmissioni tv di un tempo. Facevano parte della nostra cultura reale. Quanto? Risponde alla domanda la foto dell’articolo in cui vedete un giovanissimo Matteo Renzi (dal look improbabile) partecipò a “La Ruota della Fortuna” a fianco del mitico Mike Bongiorno (uno che era in tv già il 3 gennaio 1954 quando iniziarono le trasmissioni in Italia!).
E quindi? Quindi quelli che poi sarebbero diventati i nostri leder politici si innamorarono della scatoletta magica e del suo tubo catodico come tutti noi.
Il flusso non è solo in questa direzione. Pensate al Ministro Mara Carafagna che dalla tv arriva o allo stesso Silvio Berlusconi che, con buona pace dei suoi avversari, è riuscito a creare un impero politico a cavallo degli anni 90 chiamando a raccolta un pubblico cresciuto per oltre dieci anni.
Non a caso la situazione è stata studiata dai più grandi esperti di Scienze della Comunicazione! Televisione e politica sono un binomio nato proprio negli anni 90 ed ora morto con l’esplosione di Internet (come sentenzia il successo elettorale dei 5 Stelle).
La tivù dei ragazzi
Molto del successo della televisione in Italia è passato dai ragazzi. Furono gli anni 80 a portare nelle nostre case i cartoni animati giapponesi. Oltre l’inevitabile polemica sulla violenza vera o presunta dei robot, centinaia e centinaia di spettatori impazzirono appresso a Goldrake (trasmesso per la prima volta dai Rai2), Mazinga Z e tutto il filone che arrivò a seguire.
E la generazione di Bim Bum Bam? Si tratta di tutti quei ragazzi che videro il contenitore storico di Italia 1, condotto da un giovanissimo Paolo Bonolis, che lanciava cartoni di culto come Candy Candy, Hello Spank e Creamy. Un Giappone più soft, meno violento, fatto di magie e innocenti cotte segrete.
Tutto questo parlare dei programmi TV anni 80 vi ha messo nostalgia? Capita ma anche il presente non è affatto male!