Nonostante l’annoso conflitto che l’ affligge, lo Stato d’Israele cresce. Nel 2017 il Pil ha raggiunto il 3,3% e nel 2016 è cresciuto del 6,2 %, superando così tutti i paesi dell’Ocse.
Per molto tempo Haifa è stata la capitale industriale del paese e centro nevralgico per la digital economy
Uno dei fattori che maggiormente ha contribuito alla crescita economica d’Israele è rappresentato dalle nuove tecnologie, e specificatamente da quelle hi-tech. Infatti, in circa 10 anni, il paese è diventato patria della ‘Silicon Valley’ del Medio Oriente, ossia la Silicon Wadi, nei pressi di Tel Aviv. Qui start up e aziende hanno potuto contare sugli investimenti di imprenditori locali e stranieri. Per avere un’idea dell’economia israeliana bisogna fare riferimento al tasso di disoccupazione, che nel 2016 è calato al 4,8%.
Per molto tempo Haifa è stata la capitale industriale del paese e centro nevralgico per la digital economy. Successivamente è stata soppiantata da Tel Aviv e dopo ancora da Gerusalemme, dove attualmente nascono nuove startup ogni anno. Ad oggi il numero di startup presenti in Israele è di 8.000, delle quali circa un terzo sono nell’area di Tel Aviv. Questo avviene grazie al diffuso senso imprenditoriale che ha contraddistinto le generazioni più giovani del paese. Quest’ultime, infatti, sono più inclini a vedere l’industrializzazione da un punto di vista puramente tecnologico. Waze, Monday e Mobileye – il sistema di automatizzazione di guida dei veicoli- sono solo alcune delle più famose startup israeliane, vendute poi a imprese straniere.
Il 14% del Pil in Israele è speso in ricerca, molto più che in altri paesi europei
Ed è in questo contesto che Israele si configura come il paese con i più innovativi dipartimenti universitari al mondo. Particolarmente sviluppati sono, infatti, i settori delle nanotecnologie, dei big data, della cybersecurity e delle biotecnologie. Non stupisce, quindi, che il 14% del Pil sia speso in ricerca, molto più di altri paesi europei a loro volta fortemente impegnati nella ricerca. Il segreto del boom economico d’Israele risiede nella capacità del settore di riuscire a coniugare progetti di ricerca e politiche governative. Infatti, le ricerche sull’innovazione sono alimentate tramite fondi provenienti da capitalisti di ventura.
La correlazione tra ricerca e istruzione è imprescindibile in Israele
Il connubio tra scienza e istruzione è talmente consolidato in Israele che l’Istituto di Microbiologia e i dipartimenti di biochimica, batteriologia ed igiene dell’ Università Ebraica di Gerusalemme furono la base per la fondazione del Centro Medico di Hadassa, il maggiore centro di ricerca medica del paese. 10 i premi Nobel conseguiti da Israele nell’arco di 45 anni. Non è un caso che tre dei quattro premi nobel per la chimica provenissero dall’Università tecnologica di Haifa, il Technion. Il Weizmann Insititute of Science di Tel Aviv, invece, è invece il luogo di provenienza del quarto premio Nobel per la chimica. Il Weizman negli ultimi dieci anni ha anche sviluppato ben 7 degli ultimi 25 farmaci prodotti. Un dato che neanche le più grandi università al mondo possono vantare.
“Investire nell’istruzione è la chiave per il successo della ricerca scientifica”
Secondo il Ministro dell’Istruzione israeliano, Gideon Saar, investire in tutti i livelli d’istruzione, è la chiave per il successo della ricerca scientifica, da cui dipende il futuro d’Israele stesso.
Anche l’Unicusano da tempo si fa promotore di questo principio, accostando l’istruzione alla ricerca. La Fondazione Niccolò Cusano per la Ricerca Medico-Scientifica opera, infatti, in tre grandi ambiti: quello della ricerca in campo bio-medico e diagnostico, quello della divulgazione e quello della formazione. Inoltre, dal 2012 finanzia l’attività di ricerca dell’Ospedale Bambino Gesù sulla sindrome del QT Lungo, una patologia aritmogena su base genetica, caratterizzata da un prolungamento sull’elettrocardiogramma dell’intervallo QT e dal rischio di aritmie potenzialmente letali. Inoltre, la Fondazione Università Niccolò Cusano ha istituito all’interno del complesso universitario un centro di Ricerca medico-scientifica.