Addio a Gaetano Anzalone presidente gentiluomo

di quella Rometta che si apprestava a diventare grande

 

In tanti parlano della Associazione Sportiva Roma del periodo di Dino Viola, ma in pochi rammentano che prima del presidente toscano, la società giallo-rossa, all’epoca con sede al Circo Massimo, aveva, come numero 1, Gaetano Anzalone. Un tipo appassionato, al punto da trascorrere tante ore, oltre al lavoro aziendale, a pensare a come far crescere quella che a quel tempo si chiamava la Rometta.

Fu lui, a creare i presupposti per far diventare la Roma una squadra e una società di rango. E ci vide lungo, perché costruì un settore giovanile con tecnici di grande capacità, tattica e di insegnamento tecnico, per i ragazzi che avrebbero scalato le diverse categorie fino agli Allievi Nazionali e alla Primavera, per poi tentare il grande salto in prima squadra.

Gaetano Anzalone non c’è più. Se ne è andato oggi. Lo conobbi tanti anni fa, in una famosa galleria a tre uscite di Via del Corso, in cui abitavo, con la mia famiglia. E rammento bene, la sua gentilezza, la sua signorilità, non connessa obbligatoriamente alla capacità economica, ma anzi ben distinta e marcata, precisa e, soprattutto, puntuale. Aveva la sede della sua impresa nel mio stesso portone, Via del Corso 184, ed era sempre il primo a salutare mio padre, Luigi, che era il portiere, di quella trigalleria, con sortite anche su Via San Claudio, dove era la Rinascente, e su Piazza San Silvestro, dove era posizionato il capolinea degli autobus.

Gaetano Anzalone aveva preso Franco Cocco come direttore sportivo, altra persona garbata e di profonda competenza: il dirigente sapeva, di essere bravo, e come tale era presuntuoso, il giusto. Ma era conscio che il suo presidente conoscesse benissimo il Calcio e i suoi rappresentanti in campo, oltre a quelli in panchina. Anzalone prese Nils Liedholm e un certo Roberto Pruzzo: aveva cominciato a preparare il terreno a una Roma capace di diventare grande.

Anzalone prese come tecnico delle giovanili quell’Orlando Di Nitto che aveva fatto ottimamente con il Frosinone, portandolo dalla zona retrocessione a un clamoroso secondo posto, prima di bisticciare con il presidente Graziani. Era l’allenatore giusto, per costruire una buona squadra Allievi e dalla quale tirare fuori i talenti che avrebbero impreziosito la Primavera, che il tecnico del Prenestino portò alla finale scudetto 1977 persa con il Torino per due sfortunati autogol. E quelli, come Conti e Di Bartolomei, “già maturi per andare di sopra, con la Roma”, come suggerì al Barone. Fu così.

Anzalone era un imprenditore nell’edilizia e faceva parte del consiglio comunale di Roma nelle file della DC. Nel calcio era stato all’Ostiense poi si sarebbe comperato la Roma, il 13 giugno 1971.

L’anno dopoi la Roma vince il Torneo Anglo-Italiano e nel 1975 porta la Roma al 3° posto in Serie A. Con Agostino Di Bartolomei e Bruno Conti anche Francesco Rocca avrebbe fatto parlare di sé, in giallorosso e in azzurro.

La società A.S. Roma ha espresso il suo cordoglio sul sito ufficiale: “L’AS Roma piange la scomparsa di Gaetano Anzalone, indimenticato presidente giallorosso dal 1971 al 1979, e si stringe attorno alla sua famiglia”.

Se ne è andata una persona vera e caldamente innamorata di Roma, della Roma e del Calcio. Un galantuomo di quelli capaci di restare nei buoni pensieri di chi l’ha conosciuto. Un’altra pasta, rispetto a quanto si sarebbe visto, poi, nel mondo del pallone.

Sabato mattina alle 12.30 le esequie a San Roberto Bellarmino, Piazza Ungheria, per un ultimo moto di gratitudine.