Violenza ostetrica (Gabriella): “L’episiotomia, problema da approfondire”
Violenza ostetrica, a che punto siamo? Ne abbiamo parlato con Gabriella, ostetrica di Freedom For Birth, a #genitorisidiventa, su Radio Cusano Campus, che ha subito sottolineato come sono cambiate le cose nel tempo: “Fino al 1600 i medici non si interessavano al parto, dopo hanno iniziato ad entrare sulla scena in modo prepotente. L’assistenza al parto, fino ad allora, era un tema di donne per sole donne, per questo ho scritto un testo che si chiama “Il mestiere più antico del mondo”, che chiaramente non è riferito alla prostituzione che è solo espressione della misoginia della nostra società.”
Le ostetriche di un tempo…
“In passato le ostetriche avevano una buona competenza nell’assistenza alle donne, ma non scrivevano. La trasmissione delle loro conoscenze e del sapere era solamente orale, si tramandava da ostetrica ad ostetrica, per questo è rimasto poco del loro lavoro. Una storica della medicina, la dottoressa Nadia Filippini ha scritto un libro meraviglioso su questo tema: ‘Generare, partorire, nascere’, dove ripercorre la storia delle ostetriche da allora ad oggi”, ha aggiunto Gabriella.
Le ostetriche e le donne
“La storia delle ostetriche è strettamente connessa a quella delle donne. Se un tempo nel parto le ostetriche erano più libere e autonome nell’assistenza, col tempo ci siamo dovute assoggettare ad un potere maschile e la professione dell’ostetrica è diventata una professione subordinata a quella del medico, ma è un fenomeno in gran parte italiano: in altri paesi, come ad esempio l’Inghilterra, l’assistenza è solo con l’ostetrica, solo le donne che presentano una patologia vengono inviate dal ginocologo. Ma qualcosa sta comabiando e negli ultimi anni le donne stanno chiedendo di poter essere libere di scegliere come e dove partorire: ad esempio vogliono scegliere la posizione durante il parto, il parto in acqua, l’epidurale, o ancora di poter avere il bambino con se dopo la nascita.
Considerazioni sbagliate sul parto
Per le donne il parto viene considerato e definito essenzialmente come un processo doloroso e pericoloso, un sacrificio di sè necesaario per avere un bambino. Ma il parto è anche un momento di grande espressione di forza, che molte donne definiscono come traformativo e fondante. Come mai abbiamo un’idea così negativa ? Credo che guardare al parto come ad un evento “a rischio” sia funzionale al mantenimento del potere, solo così possiamo far sentire le donne profondamente insicure e far si che deleghino il proprio corpo affidandosi al medico che “sa e salva”.
Violenza ostetrica: quali sono le imposizioni più frequenti che le donne sono costrette a subire? “La posizione ad esempio, o l’incredibile taglio della vagina: l’episiotomia, che va ad incidere sui muscoli del perineo e di cui non c’è bisogno. La vagina delle donne va benissimo per partorire, ma è l’intervento chirurgico più diffuso al mondo. Dobbiamo chiederci perché un ‘intervento, che gli studi dimostrano inutile e dannoso, venga riproposto con questa frequenza: quando il significato di una pratica non è immediatamente evidente probabilmente risponde a significati nascosti sui quali è importante riflettere.” ha sottolineato l’ostetrica di Freedom For Birth.