DSA: a fronte dell’aumento diffuso dei disturbi specifici dell’apprendimento, la Regione Lazio accoglie a fatica le richieste delle famiglie. Ne abbiamo parlato a #genitorisidiventa, su Radio Cusano Campus, con Silvia Baldi, psicologa e membro del gruppo di lavoro Psicologia e Scuola dell’Ordine degli Psicologi del Lazio.

Aumento certificazioni, sensibilità e informazione

“Sono in aumentate le certificazioni perché è aumentata la sensibilità e l’informazione sul tema, grazie alla legge 170 del 2010. Le cause sono di tipo biologico, neurobiologico, ma è necessario ricordare che sono disturbi che non intaccano l’intelligenza. Sappiamo che i bambini con questo genere di disturbi si organizzano in modo diverso dagli altri”, ha osservato Silvia Baldi.  

DSA: cos’è cambiato nel tempo?

L’aumento dei disturbi dell’apprendimento può essere causato da fattori sociali contemporanei? “Le attuali difficoltà in passato venivano annoverate in una intenzionalità del bambino. Questi in passato venivano definiti pigri, ma di fatto alcune complicazioni sono dovute ad un disturbo specifico. Ci si rivolge a specialisti per capire se esiste un problema reale o no. I DSA sono collegati a disturbi rispetto alla lettura, alla scrittura, al calcolo”, ha specificato la dottoressa Baldi.

DSA: “In caso di una diagnosi di disturbo sappiamo che i bambini si modificano e migliorano attraverso interventi specifici e l’attuazione di misure compensative e dispensative. Questo è l’unico modo per raggiungere gli stessi obiettivi formativi degli altri alunni.”

Qual è il ruolo della scuola e della famiglia?

“Il ruolo della scuola è di identificare, individuare, le difficoltà del bambino e attuare misure compensative e dispensative che mettano il bambino nelle condizioni di apprendere nel migliore dei modi. La famiglia deve ascoltare, mettersi in gioco, rispetto a questo, e attivarsi rispetto alle difficoltà del bambino, la strada non sempre è semplice nell’attivazione. I servizi, soprattutto nel Lazio, accolgono a fatica le richieste che arrivano dalle famiglie: il percorso è tortuoso”, ha affermato Silvia Baldi.

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