Roma, Metro C; l’ archeostazione San Giovanni. Simona Morretta (soprintendenza) è intervenuta ai microfoni di “Siamo ciò che paghiamo”, trasmissione condotta da Livia Ventimiglia su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.
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Che tipo di esperienza è, per un addetto ai lavori, ritrovare quanto portato alla luce?
Sicuramente straordinaria, perché si è trattato di uno scavo stratigrafico di 3.000m² di superficie arrivato alla profondità di oltre 20m. Abbiamo trovato reperti molto importanti e la storia viene raccontata attraverso la terra ed i reperti archeologici. E’ un modo di fruire la cultura, l’archeologia per tutti. Tra l’altro mi sembra abbia avuto un riscontro positivo tra i passeggeri della metropolitana.
Quando si iniziarono gli scavi, ci si aspettava che sarebbe successo tutto questo?
E’ solo quando si scava a queste profondità che si può avere idea di cosa ci sia sotto. Lo scavo per una stazione metropolitana è sempre un’opportunità straordinaria per l’archeologia perché quelle profondità non sono mai raggiungibili da uno scavo normale. Allo stesso tempo, però si tratta di una restituzione doverosa ai cittadini di quella che è la storia di Roma.
Abbiamo cercato di esporre tutti i reperti più significativi.
A 20 metri di profondità, qual è la prospettiva della città?
Dal fondo si aveva l’idea che Roma fosse davvero la città eterna perché nel corso degli anni si è sempre costruita su se stessa. Era una visuale straordinaria, quasi un viaggio nel tempo. Alla fine di questa esperienza possiamo dire che la Metro C è una straordinaria occasione archeologica.
Questa tipologia di scavi rallenta la realizzazione delle infrastrutture?
Per la stazione San Giovanni non è andata così, perché le indagini preliminari avevano già dato una serie di indizi confluiti in un documento importante, il prontuario. Abbiamo sforato di pochissimo. Inoltre in questi anni abbiamo messo a punto una strategia di cantiere che ha permesso le lavorazioni per le opere civili in contemporanea con gli scavi archeologici.
E’ stato interessante vedere gli ingegneri di Metro C che, all’inizio di questa avventura, ad ogni ritrovamento di oggetti particolari si spaventavano credendo che ci sarebbero stati dei blocchi nei lavori. Pian piano si sono sempre più appassionati agli scavi archeologici, rilassandosi sul fatto che i lavori non stavano rallentando.
La Sindaca Raggi ha aperto le porte a nuovi scavi e nuove stazioni per continuare l’opera civile.