Impress Me è la app che coniuga passato e futuro e che stanno cercando di rendere disponibile a tutti. Ne abbiamo parlato a #genitorisidiventa, su Radio Cusano Campus, con Riccardo Rizzi, presidente del Gruppo Dedem, che ha raccontato Impress Me fin dal momento dell’ideazione: “Le mie figlie, adolescenti, hanno passato alcuni pomeriggi l’estate scorsa a cercare fotografie, il desiderio di rendere queste foto cartacee e metterle in un album, o in un diario, renderle regalabili, è stato il movente che ci ha spinti a realizzare l’app.”

Si stamperà in alcune cabine italiane

Sarà possibile stampare le foto attraverso Impress Me, “su un dispositivo Apple o Android individuando le apposite cabine, che verranno mappate in un’apposita mappa. Il pagamento sarà possibile con carta di credito o contanti”, ha spiegato il presidente Rizzi.

Per festeggiare la app  il 17 maggio è stata organizzata una giornata di studi dedicata al selfie prima del selfie. Il programma previsto è ricco di interventi di studiosi e specialisti che raccontano come sia iniziata e si sia poi evoluta la storia della cabina per fototessera, dai primi esempi di valorizzazione dell’automatismo fotografico ottocentesco fino al brevetto della photomaton. A dare testimonianza della fototessera come fenomeno estetico e di costume, e della cabina come spazio privato immerso nello spazio pubblico, la presenza del Maestro Franco Vaccari, l’artista che con la sua Esposizione in tempo reale, presentata nel ’72 alla biennale di Venezia, affascinò tutti con un’opera d’arte interattiva, in cui i protagonisti erano la cabina, le sue fototessere e il catalogo degli oltre 5000 volti chiamati a lasciare una traccia fotografica del loro passaggio. “L’idea di questa giornata è cercare di raccontare come sono nati i primi selfie, allora si parlava semplicemente di scatto in una macchina automatica e questa è stata l’idea che ha lanciato l’azienda 55 anni fa, col tempo abbiamo cercato idee sempre nuove. Quella di Impress Me è l’idea che stiamo cercando di estendere a tutti, sia ai giovani che agli adulti”, ha specificato Riccardo Rizzi.

 

Ascolta qui l’intervista integrale