Sì alla Amazon tax. Il consiglio comunale di Seattle, città in cui ha sede la multinazionale fondata da Jeff Bezos, ha approvato una norma che impone alle aziende con ricavi annui di almeno 20 milioni, di pagare una tassa di 275 dollari per ogni dipendente. La tassa, imposta alle società medio-grandi, servirà a finanziare le attività dei senzatetto. Amazon, che conta ben 40mila dipendenti, è sicuramente la società maggiormente colpita.

Amazon tax: la tassa che toglie alle multinazionali per dare ai senzatetto

La tassa, che viaggia sulla scia di proposte similari fatte a Chicago e a Denver, dove però la norma era stata poi abrogata, colpirebbe anche altre multinazionali con sede a Seattle come Nordstrom o Starbucks ed altri giganti della tecnologia come Apple, Facebook e Google. Si conta il 3 % del settore privato presente nella città, nel complesso circa 500 società. Restano escluse le aziende no profit.

Gesto solidale o approccio ostile?

L’obiettivo è raccogliere 50 milioni di dollari  ogni anno, che andrebbero poi destinati ad alloggi e servizi vari per gli indigenti. Un bel gesto solidale? Certo, ma, neppure a dirlo, Amazon, che ha sede proprio a Seattle, non ci sta e si dice “preoccupata”. Allo stesso modo altre 131 compagnie del territorio lo definiscono un approccio “ostile”. Per non parlare della prima cittadina della città, Jenny Durkan, che ha espresso perplessità sulla misura riservandosi il diritto di veto.

Jeff Bezos ha affidato la sua preoccupazione su “il futuro creato dall’approccio ostile e dalla retorica del consiglio comunale, che ci costringe a porci domande sulla nostra futura crescita” nella città.