Regioni, l’ultima speranza delle maestre diplomate. “È urgente una decisione che faccia chiarezza rispetto al fatto che molti insegnanti nelle scuole primarie e dell’infanzia del Friuli Venezia Giulia potrebbero essere costretti ad abbandonare il proprio posto di lavoro a seguito della sentenza del Consiglio di Stato dello scorso dicembre, in contraddizione con altre precedenti”.

A scriverlo e’ il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, in una lettera indirizzata all’attuale ministro dell’Istruzione, Valeria Fedeli, riferendosi alla sentenza del Consiglio di Stato che stabilisce che il diploma abilitante conseguito alla fine del percorso di studi degli Istituti magistrali non e’ utilizzabile per l’inserimento nelle Graduatorie ad esaurimento, utili per l’assunzione in ruolo. Lo riferisce Regione Fvg in una nota.

Annunciando già’ l’intenzione di riproporre il tema, qualora necessario, anche al prossimo titolare del dicastero di viale Trastevere, non appena sara’ formato il nuovo governo, nella sua comunicazione al ministro Fedriga parla di una “situazione particolarmente grave non solo perché’ toglie la sicurezza del lavoro -che pareva finalmente raggiunta- a numerosi insegnanti con le relative famiglie, ma anche perché’ va a intaccare il principio della continuità’ didattico-educativa, con molte classi costrette a sostituire i docenti nell’arco dello stesso ciclo di studi”.

Secondo Fedriga “vi e’ il concreto rischio di non riuscire ad assicurare la regolarità’ delle operazioni propedeutiche all’avvio dell’anno scolastico 2018/2019” dunque il presidente del Friuli Venezia Giulia sollecita “un atto di governo che vada a porre rimedio a questa delicata e complessa situazione, ponendo fine ad una assolutamente inopportuna e troppo rischiosa incertezza”.

Sulla stessa lunghezza d’onda e con le stesse preoccupazioni di Fedriga, anche l’Assessore all’Istruzione della Regione Veneto, Elena Donazzan, che sostiene: “In Veneto, senza questi docenti, fra Natale e Capodanno, con la sentenza del Consiglio di Stato che li esclude, il problema si è evidenziato in tutta la sua gravità, ma il governo da allora non ha mai individuato nessuna soluzione, rimandando a interpretazioni, ad accordi con i sindacati. Si pone invece per tutte le Regioni, da un lato, il problema dell’inizio dell’anno scolastico, dall’altro, quello del riconoscimento dei diritti di questi insegnanti da molti anni precari, già ampliamenti valutati nella loro attività didattica ma oggi senza nessuna prospettiva”.

(fonte DIRE)