Andrea Giani uno talmente…Universale da poter giocare in tutti i ruoli

 

Andrea Giani è stato uno dei giocatori di Pallavolo più completi al mondo, universalmente ammirato dai grandi appassionati dello sport che si gioca sotto rete.

Napoletano di nascita, arriva a Sabaudia perché figlio del comandante della locale stazione dei Carabinieri. Quello che sarebbe stato un punto di riferimento costante, in azzurro, ha iniziato a praticare lo Sport col Canottaggio. Una disciplina in voga, nella cittadina della provincia pontina. Una passione che gli aveva trasmesso proprio il padre. Andrea partecipò a 80 gare vincendone 79, negli anni in cui andavano di moda i fratelloni Abbagnale, Carmine e Giuseppe, e Peppiniello Di Capua.

Con la Pallavolo iniziò a giocare nella sua Sabaudia e, con un gran fisico, esordisce in Serie A2 a soli 14 anni.

Nel 1985 Andrea Giani si trasferisce a Parma iniziando il percorso coi club professionistici: il club emiliano lo colloca e ne verifica le qualità nella squadra dell’Under 18.

Nel 1986-87 Parma vince la Coppa Italia e arriva primo, al termine della regular season. I play-off vedono la squadra ducale sbattere contro il muro eretto da Modena.

Ma Giani e Parma iniziano dalle sconfitte un percorso d’oro, a cominciare, 1988, dalla vittoria nella Coppa delle Coppe: in Coppa Italia questa volta prevale la Panini Modena.

E’ ora che la sorella meno conosciuta prenda ciò per cui è stata costruita. Il Parma vince lo scudetto nel 1990, nel 1992 e l’anno successivo. Ai tre titoli tricolori in quattro annate, mette di fianco due Coppe Italia, due Coppe e due Coppe delle Coppe.

Il ciclo si esaurisce perché il Parma nel 1996 rinuncia, clamorosamente, al titolo di Serie A1, un po’ ciò che sarebbe successo, in altre latitudini non lontane, nel mondo della Pallacanestro.

E Andrea Giani si trasferisce alla Panini Modena: subito lo scudetto e la Coppa Italia, quindi una stupenda Coppa dei Campioni.

Ma Andrea Giani fa parte di una meravigliosa edizione dell’Italia, che vince tre titoli mondiali di fila: prima arriva il trionfo in Europa, con la maglia azzurra, nel 1989. Quindi il Mondiale del 1990, cui faranno seguito altri 3 primi posti a livello continentale, 1993, 1995 e 2003, e altre due volte in cima al mondo, nel 1994 e nel 1998.

Senza dimenticare i due argenti alle Olimpiadi, nel 1996 e nel 2004 intervallati dal 3° posto australiano del 2000.

Con Andrea Giani, di quella straordinaria squadra, capace di far tremare il mondo, dal Giappone agli Stati Uniti d’America, passando per la Russia, l’Olanda e l’Argentina, facevano parte del collettivo elementi di valori assoluto quali Andrea Lucchetta, Lorenzo Bernardi, Andrea Zorzi, Luca Cantagalli, Mastrangelo, Samuele Papi.

Lui, però, come nessun altro elemento, sapeva giocare in tutti i ruoli, dal palleggiatore a quello che oggi è il libero, dall’opposto al martello puro.

Come Bernardi sta ben facendo da Coach, anche Andrea Giani ha intrapreso la strada di Allenatore. Chiaramente è follia pura, pretendere che uno faccia dalla panchina quanto ha fatto in campo: intanto nel 2017 ha portato la Germania a una storica finale europea persa con la Russia per 3 a 2.

Giani è stato inserito, in Italia come in quella mondiale, nella Hall of Fame, con tutti gli onori riservati a gente nata, per questa disciplina. Alla pari di Kurch Kiraly o Lollo Bernardi oppure Kuznetov e Olikhver. O ancora, diversi, tra i suoi compagni di avventura nell’Italia del periodo più bello, intenso, appassionante.