Come aprire una Partita Iva? La domanda è ben posta perché è diretta e dimostra una netta volontà di entrare nel modo giusto nel mercato del lavoro. Il lavoro dipendente ha ancora un suo senso ma è chiaro che è molto cambiato in questi anni in cui la crisi ha un po’ livellato i muri e, soprattutto, scosso le fondamenta delle nostre certezze.
Come spesso accade nel pieno della tempesta, la sopravvivenza passa dalle idee buone e avere idee buone significa avere anche il coraggio di realizzarle mettendosi in proprio. Se avete voglia di provare a imboccare un percorso da libero professionista, dovete assolutamente mettervi in regola e lo potrete fare innanzitutto imparando a gestire una Partita Iva, con le sue difficoltà ed i suoi molti vantaggi.
Questa guida sul tema non si vuole sostituire ad uno studio commercialistico ma di certo potrò darvi molti lumi in merito. Buona lettura.
Sapere come aprire una Partita Iva è il minimo che può fare un neo-laureato in questo magmatico mercato del lavoro europeo. I contratti da dipendenti sono sempre più rari perché, nonostante sia partito un processo di snellimento della burocrazia contrattuale, i costi di un’assunzione sono ancora (illogicamente) troppo alti.
Giusto o sbagliato che sia, un’azienda non è un’Onlus e sta a voi farvene una ragione quanto prima e dedicarvi invece concretamente al vostro futuro mettendovi in condizione di operare.
La prima cosa da far notare è che quest’anno e nel 2019 entreranno in vigore rilevanti novità per chi ha Partita Iva. Con queste novità fiscali introdotte di recente dal Decreto 193/2016 e anche dalla più recente Legge di Bilancio 2018, sono state introdotte nuove regole ed adempimenti tra cui l’obbligo di fattura elettronica a partire dal prossimo anno.
Non solo.
Ricordiamo, oltre ai nuovi adempimenti, anche la proroga di alcune importanti agevolazioni fiscali, come super e iper ammortamento.
Partiva Iva: definizione
Prima di entrare nel vivo del come aprire una Partita Iva è bene stabilire cosa sia. Si tratta di “un insieme di numeri che identificano una società o una persona fisica”. L’esatta composizione della Partita Iva è di 11 numeri:
- i primi 7 collegano la partita Iva al contribuente che ne è titolare;
- i successivi 3 corrispondono al codice identificativo dell’Ufficio delle Entrate;
- l’ultimo numero ha una funzione di controllo.
Ecco perché è una sequenza numerica davvero importante per i tributi e per definire la propria posizione fiscale.
Se svolgete attività in forma autonoma, se siete liberi professionisti o se possedete imprese di beni o servizi vuol dire che non siete soggetti a reddito da lavoro dipendente e, quindi, che siete chiamati ad adempiere ai propri obblighi fiscali attraverso l’imposizione fiscale indiretta (IVA).
Non siete obbligati a farlo, invece, se siete soggetti che, pur titolari di reddito d’impresa, non superino il reddito annuale di 5 mila euro (ma non ve lo auguriamo).
Ecco perché il regime fiscale della Partita Iva è definito dagli specialisti del caso quello a cui sono sottoposti tutti i lavoratori autonomi e gli imprenditori, e cioè tutti quelli che offrono un servizio o un bene per conto proprio e non sono titolari di rapporto di lavoro subordinato.
Quando si andrà a fare le operazioni iniziali di apertura, il soggetto che intende avviare la propria attività in proprio accetterà l’obbligo di emettere fattura e di pagare i contributi dovuti al fisco e alla previdenza sociale sotto forma di Iva, imposta sul valore aggiunto.
Partita Iva comunitaria
Nel processo di scoperta di come attivare una Partita Iva è bene guardare tutto subito dalla giusta prospettiva e cioè da quella in cui i confini europei non ci sono più.
Siete sul mercato e quindi vi potete rivendere in qualsiasi altro paese della comunità europea. Ecco perché ha senso capire come muoversi con l’Iva anche in quel senso.
Come? Con la Partita Iva comunitaria che è “la sequenza numerica che vi permette di operare con l’estero, sia in entrata che in uscita”.
Grazie a lei avrete modo di avere rapporti commerciali con altri operatori dell’Ue, sia nel caso in cui vogliate vendere qualcosa sia nel caso in cui abbiate necessità (o voglia) di acquistare qualche bene o servizio. Tutta questa faccenda è vincolata all’inclusione nel VIES (Vat Information Exchange System) che è “il sistema elettronico di scambio dei dati sull’Iva”.
Di base, è una grande banca dati nella quale entrano tutti gli estremi delle partite Iva autorizzate ad operare nell’Ue. Se siete accettati nel sistema, avete tutto a posto per trattare con clienti o fornitori stranieri. La registrazione al VIES avviene attraverso il portale dell’Agenzia delle Entrate ed è del tutto gratis.
Apertura Partita Iva
Ora che il quadro generale della Partita Iva in Italia vi è più chiaro, entriamo nella parte fattiva e cioè cosa dovete fare per averne una tutta vostra. Il primo passo è presentare richiesta all’Agenzia delle Entrate, che si adopererà ad attribuire al richiedente il codice di 11 cifre di cui abbiamo parlato poco sopra.
Poi dovrete compilare e consegnare all’Agenzia delle Entrate:
- il “modello AA9/12 in caso di persone fisiche;
- il “modello AA7/10” in caso di soggetti diversi.
Si tratta della dichiarazione di inizio attività che dovrà essere consegnata entro 30 giorni dall’avvio della vostra attività professionale autonoma. Tutti i modelli da consegnare all’Agenzia delle Entrate li potete scaricare dal sito ufficiale in pochi click.
A prescindere dal modello scelto, dovrete consegnare il “malloppo” all’Agenzia delle Entrate insieme ad un vostro documento di riconoscimento. Come? Avete 3 opzioni:
- recandovi presso uno degli uffici;
- spedendo tutto attraverso una raccomandata con ricevuta di ritorno;
- in modalità telematica, attraverso un apposito software che è si può scaricare sul sito.
Non solo. Sapere come aprire una Partita Iva vuol dire anche sapere che dovrete scegliere il codice ATECO dell’attività che intendete svolgere. In caso di variazione dell’attività svolta, nessun panico. Basterà fare la comunicazione del nuovo codice identificativo dell’attività.
Tra gli obblighi dei titolari di Partita Iva c’è l’apertura della propria posizione previdenziale all’Inps per il pagamento dei contributi e all’Inail per l’assicurazione obbligatoria. Il costo? Tecnicamente è un’operazione del tutto gratuita ma ovviamente dovete considerare il lavoro del commercialista che vi seguirà la pratica e, soprattutto, la successiva rendicontazione.
I possibili regimi fiscali della Partita Iva in Italia da scegliere sono due.
Regime fiscale forfettario, ex regime dei minimi
I titolari di partita Iva che possono aderire al regime forfettario devono possedere i seguenti requisiti:
- non conseguire ricavi o compensi superiori a quanto stabilito dalla Legge di Stabilità 2016, sulla base del proprio codice ATECO;
- non aver sostenuto spese per collaboratori superiori ai 5 mila euro lordi;
- non superare 20 mila euro lordi di costi per ammortamento di beni strumentali.
Viceversa, sono categoricamente esclusi dal regime forfettario i titolari di partita Iva che:
- hanno regimi speciali di Iva;
- sono soggetti residenti all’estero e non producono almeno il 75% del reddito in Italia;
- sono soggetti che effettuano attività di compravendita di terreni edificabili, fabbricati o veicoli nuovi;
- hanno regime fiscale a contabilità ordinaria.
Regime ordinario
Tutto quello che non rientra nel regime forfettario è nel regime ordinario. Se ci state dentro, dovete mettere a budget le seguenti voci:
- il costo della Camera di Commercio (noto come “diritto camerale”);
- i costi Irpef;
- i costi della gestione separata Inps o della cassa professionale;
- l’Irap;
- l’Iva, l’imposta sul valore aggiunto calcolata sull’imponibile di ogni fattura.
I costi di gestione dei due regimi fiscali della Partita Iva sono differenti. Sta a voi farvi spiegare le differenze dal vostro commercialista e stabilire per bene la migliore strategia tributaria.
Come aprire una Partita Iva ora lo sapete fare. Vi manca solo il coraggio di tuffarvi in questo immenso mare che è il mercato del lavoro. Buona fortuna.