Inverno demografico: tra dieci anni la popolazione italiana vedrà ridursi ulteriormente la nascita di nuovi bambini. Se al 1 gennaio 2018 si contano 9 milioni di studenti fra i 3 e i 18 anni, nel 2028 se ne conteranno 8 milioni, ovvero un milione in meno. E’ giusto parlare di inverno demografico, dunque, più passerà il tempo e più sarà difficile poter guardare avanti con fiducia. 

Come cambierà il sistema scolastico?

Ne abbiamo parlato con Gianfranco Frare, presidente di AGeSC (associazione genitori scuole cattoliche), appena subentrato a Roberto Gontero, su Radio Cusano Campus, a #genitorisidiventa, che ha affermato: “Le scuole vedranno una riduzione delle classi. Perderemo un milione di ragazzi, in una prospettiva decennale, con importanti ricadute nel mondo del lavoro.”

Come contrastare il fenomeno?

“I governi che si sono succeduti non hanno favorito l’aumento della natalità. La piramide sociale del nostro Paese è capovolta, rischiamo il collasso. Bisognerebbe copiare dagli altri, in Francia ad esempio, le politiche per le nuove generazioni vengono attuate sistematicamente, indipendentemente dalla scelta della scuola. Non chiediamo solo denari per persone che vogliono avere figli, ma anche strutture per particolare attività sociali e altri servizi generali. O si cambia nei confronti delle nuove generazioni o si rischia l’implosione”, ha osservato Frare.

Il tema della natalità tra i primi quattro

“Nella nostra società c’è una ricomposizione, o un travaso, delle risorse che un tempo appartenevo allo Stato, a partire dallo stipendio sotto forma di agevolazioni. In questo modo si favoriva l’arrivo di una nuova vita. Ritengo che ogni governo dovrebbe, verificando i problemi, decidere. Non solo, bisognerebbe ascoltare la società civile e le criticità contemporanee. Bisogna che formino un governo perché il Paese ne ha bisogno, bisogna che questo governo decida anche una ripresa della natalità. La natalità è un tema che bisognerebbe mettere tra i primi quattro posti dell’agenda di chi governerà il Paese.”

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