Non tutte le polizze vita che sottoscrivono i cittadini sono prodotti assicurativi. Sebbene da tempo le associazioni di consumatori mettano in guardia dal rischio sottoscrizioni “a propria insaputa” purtroppo sono molti i consumatori che hanno firmato per investire denaro in strumenti finanziari, venduti da compagnie assicurative, chiamate genericamente polizze vita, che mettono a rischio l’intero capitale investito. È il caso delle Unit Linked, strumenti finanziari basati sugli indici di obbligazioni o azioni della compagnia stessa o della dell’istituto bancario che le propone.

I RISCHI DELLE POLIZZE VITA

Lo spiega bene Giampaolo Petri, responsabile del settore assicurativo di Konsumer Italia, ai microfoni della trasmissione SIAMO CIO’ CHE PAGHIAMO: “alcuni prodotti vengono chiamati polizze vita, anche se non lo sono affatto, ingannando così i consumatori meno accorti e dando dei benefici a quelli più accorti. La recente sentenza della Corte di Cassazione ha riportato verità su un argomento che per troppo tempo è stato nascosto,  determinando che le Unit Linked non sono polizze vita perché tutto il rischio è in capo all’assicurato, mentre per le polizze vita il rischio è della compagnia assicurativa.”
A tutti gli effetti quindi chi ha sottoscritto un prodotto Unit Linked ha acquisito un prodotto finanziario. “Se un macellaio dovesse vendere un’arma nessuno penserebbe che quella è una salsiccia, anche se venduta da un macellaio; così vale per le assicurazioni: il fatto che una compagnia venda un prodotto finanziario, che nulla ha a che vedere con un prodotto assicurativo, non rende il prodotto una polizza vita.”
Come è facile immaginare le polizze e gli strumenti di investimento finanziari appartengono a mondi completamente diversi: “questo comporta tra le altre cose anche un rilevante differimento della tassazione.” I consumatori che hanno inavvertitamente sottoscritto le Unit Linked invece di una polizza vita hanno acquistato a tutti gli effetti un prodotto finanziario legato ad un indice di borsa e pertanto molto rischioso. “E’ stato un grande imbroglio – conclude l’esperto di Konsumer Italia – non soltanto a livello nazionale ma anche europeo. Consentire alle assicurazioni di vendere questi prodotti  ha ingenerato confusione nei consumatori meno consapevoli e ha fatto sì che quelli più esperti, che maneggiano tanto capitale, potessero indirizzarsi verso questo strumenti finanziari, molto più convenienti per i benefici che portano.”