Johann Cruijff il Calcio moderno e totale

La grande rivoluzione olandese che avrebbe

raccolto applausi e vittorie

 

Se eccepiamo Pelé e Maradona, uno dei più grandi talenti di ogni tempo nel Calcio è stato Hendrik Johannes Cruijff. Nato ad Amsterdam il 25 aprile 1947 è stato il simbolo della moderna interpretazione del calcio totale, caro ai club d’Olanda quanto alla squadra nazionale orange.

Non è ricordato solo per quanto ha vinto ma per la bravura tecnica di inventare gioco, reti, rifiniture capaci di spedire in gol chiunque. Ma già basterebbero questi numeri: da calciatore, dalla seconda metà degli Anni Sessanta ha vinto 9 titoli nazionali nel suo paese e 6 Coppe d’Olanda: un campionato spagnolo col Barcellona e una Coppa di Spagna; 3 Coppe dei Campioni, 1 SuperCoppa europea e una Coppa Intercontinentale.

Johann Cruijff ha giocato da professionista 716 partite ufficiali segnando, comprendendo anche le gare in Nazionale, ben 402 reti.

La sua storia con il Calcio comincia dai bisogni di una famiglia che aveva provato la strada del commercio di frutta e verdura, ad Amsterdam, quartiere periferico di Betondorp, in una delle case popolari, comperata a basso costo.

Già a 5 anni vedevano questo bambino dai capelli lunghi avere un gran rapporto col pallone. A 10 entra nel settore giovanile dei lanceri di Amsterdam, per un rapporto d’amore che sarebbe durato molto a lungo. Per potenziare questo ragazzino esile, l’allenatore della prima squadra, Vic Buchingham, legava alle sue gambe sacchetti di zavorra da 4 chili ciascuno.

Ma a 12 anni il giovane Joahnn e il fratello Hendrik, stopper, persero il padre per un attacco cardiaco. La madre vende il negozio e ottiene un posto di lavoro come donna delle pulizie dal vicepresidente dell’Ajax, che la prende anche come commessa al bar dello stadio. E a 14 diventa Allievo con serie prospettive: tanto che nel primo torneo giovanile, il giovane Cruijff segna ben 74 volte. Siamo nel 1961. Tre anni dopo debutta in prima squadra. L’Ajax vince a Groningen 3-1: la domenica dopo segna il suo primo gol, a 17 anni, nel 5-0 casalingo sul PSV di Eindhoven.

Il giovane Johann Cruijff lascia gli studi, è a tutti gli effetti un calciatore e viene scartato al militare per i piedi piatti.

Nel gennaio 1965 l’Ajax rischia di retrocedere, dopo aver perso 9-4 in casa nel Klassieker, con gli storici rivali del Feyenoord. Segue un pareggio con il DWS, e Vic Buckingham è cacciato. Arriva l’ex centravanti dell’Ajax, tale Rinus Michels, a guidare i lanceri. Figuriamoci se ha paura di imporre le sue idee, uno che ha giocato anche da numero 9 in Nazionale. Con Johann Cruijff, in pochi lo pensavano, quel giorno stava cominciando un modo rivoluzionario, di intendere il calcio. Per la cronaca quell’Ajax si salvò, iniziando un ciclo pazientemente studiato e modellato. Quella squadra avrebbe vinto tre campionati consecutivi e una Coppa d’Olanda, con Cruijff in gol 33 volte in 30 partite, nel 1966-67.

Al matrimonio del compagno di squadra Piet Keizer, Cruijff, conosce Diana Margaret, fotomodella e figlia di un ricco commerciante di diamanti, Cor Coster. Il futuro suocero diventa suo manager, e ha l’occhio lungo: la figliola la sposa il 2 dicembre 1968.

Nel 1969 prima affacciata sull’Europa, a Belgrado: ma in quella circostanza vinse il Milan di Nereo Rocco, per 4-1, con tripletta di Prati, gol di Vasovjc su rigore e rete di Angel Benedicto Sormani. Ma agli addetti ai lavori non sfuggì il talento e la velocità di questo ragazzo, dotato anche di una certa personalità.

Nel 1970 Cruijff scelse la magica numero 14, che divenne il suo amuleto.

Dal punto di vista tecnico Cruijff era ambidestro e veloce in progressione, dotato di raffinata eleganza nelle movenze: era un numero 9 coi piedi da numero 10, e un centravanti agile idoneo a scartare con rara bravura l’uomo in marcatura e il raddoppio che ne derivava. A questo univa un tocco di palla delicato e di rara sensibilità. E con lui andavano ai matti sia i mediani di copertura che i terzini e gli stopper che provavano a prenderne le misure.

A tutto ciò Johann metteva di fianco la sua fama di generoso e instancabile corridore, talvolta da un’area, dove andava a difendere, pressare e rubare il pallone agli avversari, all’altra; dove lo trovavi, in pochi secondi, con rapidissimi passaggi verticali e triangoli capaci di incarnare il concetto caro al tecnico Rinus Michels, il Calcio Totale, in Olanda chiamato totaal-voetbal. Fatto sta che l’Ajax vinse per 3 anni di fila la Coppa dei Campioni, dal 1971 al 73. La prima contro il Panathinaikos allenato dal leggendario ex madri dista Ferenc Puskas, ungherese, 2-0. E Cruijff vince il Pallone d’Oro.

Nel 1972 l’Ajax vince il campionato, la Coppa dei Campioni contro l’Inter di Sandro Mazzola, e la Coppa Intercontinentale. Nella finale europea Johann segna due reti, all’Inter. Poi la finale della Coppa nazionale vinta con il Den Haag per 3-2.

Nel terzo anno dei ciclo questa volta la vittima nella finale di Coppa Campioni è la Juventus, superata dal solo gol di Johnny Rep in apertura. Finì 1 a 0.

In tutto, in 8 anni, l’Ajax ha vinto 6 campionati, 3 Coppe dei Campioni, 1 Coppa Intercontinentale e l’appena istituita SuperCoppa Uefa.

Nel Barcellona, periodo della dittatura franchista, ritrova Rinus Michels e insieme riescono a vincere soltanto un Campionato e una Supercoppa spagnola.

Per il gioco raffinato e veloce in verticale che ha praticato il più celebre radiocronista della RAI, Sandro Ciotti, lo ribattezzò “Il Profeta del Gol”, che avrebbe prodotto lo stesso giornalista romano sotto forma di un apprezzatissimo film-documentario. Il buon Giuanin Brera, altra grande firma italica, lo definì il “Pelé Bianco”.

Cruijff ha vinto tre Palloni d’Oro nel 1971 nel 1973 e nel ’74. Anno in cui lo stesso Michels guida anche la Nazionale dell’Arancia Meccanica, che va in vantaggio, nella finalissima contro i padroni di casa della Germania Ovest, ma poi avrebbe perso per 2-1 la prima di due finali consecutive. Lui in Argentina, privo di stimoli, non ci sarebbe andato. E gli orange persero ai tempi supplementari per tre reti a una contro i bianco-celesti di Cesar Menotti e in campo Mario Kempes.

In mezzo lui, suggerito dal suocero, Cor Coster, va a provare altre esperienze e a prendere bei soldoni in America, ai Cosmos e poi a Los Angeles negli Aztecs. Una ulteriore stagione a stelle e strisce la vive nei Washington Diplomats, poi torna in Europa, in Serie B spagnola, giocando solo 10 gare nel Levante.

Una sola società italiana ha avuto l’onore di far giocare una gara a Cruijff, il Milan, che il 16 giugno 1981 affronta il Feyenoord, nella Coppa Super Clubs. Ma l’olandese è reduce da un’operazione agli adduttori della gamba sinistra. E Cruijff fornisce un assist per un gol a Roberto Antonelli, il Dustin Hoffman rossonero, restando in campo solo per un tempo.

Il 6 dicembre dello stesso anno Cruijff torna all’Ajax, che allo Stadio De Meer, supera 4-1 l’Harlem. Lui gioca di fianco a Marco Van Basten e, in mezzo al campo, a Franck Rijkaard, e segna un gol. Avrebbe giocato ancora per due anni, nei lanceri di Amsterdam, vincendo due volte lo scudetto d’Olanda e una Coppa. Con l’Ajax ha complessivamente giocato 275 partite segnando 205 reti. Avrebbe chiuso nel 1983-84 coi rivali del Feyenoord, assieme a Ruud Gullit, e vinsero scudetto e Coppa d’Olanda, addirittura venendo impiegato da libero. Per lui era il 9° campionato nazionale da atleta, e la sesta Coppa nazionale.

Da tecnico Cruijff ha conquistato 4 campionato in Spagna e una coppa nazionale, 3 Supercoppe iberiche, 2 Coppe d’Olanda, una Coppa dei Campioni, 2 Coppe delle Coppe, 1 Supercoppa europea.

Ed è uno dei sette allenatori capaci di vincere la Coppa dei Campioni sia da giocatore che da allenatore, assieme a Miguel Muñoz Giovanni Trapattoni, Carlo Ancelotti, Josep Guardiola, Frank Rijkard e Zinedine Zidane.

Nella vita privata Johann Cruijff e la moglie hanno avuto tre figli, Chantal, nel novembre 1970, Susila, nel gennaio 1972, e Jordi, chiamato così in onore di San Giorgio, patrono della Catalogna.

Jordi, calciatore di normale levatura, è nato nel periodo in cui il talentuoso calciatore olandese militava nel Barcellona. Il nome del terzogenito fu registrato in Olanda perché in Spagna c’era ancora il franchismo. Con un divieto assoluto all’impiego di nomi capaci di ricordare l’indipendentismo catalano.

Il 22 ottobre 2015 Cruijff comunica di avere un tumore polmonare, che lo porta alla marte il 24 marzo successivo, all’età di 68 anni.