Franco Baresi Auguri al Libero più vincente nella storia del calcio europeo
Ha conquistato l’Europa per 3 volte, il Mondo per 2, e per ben 6 l’Italia
Oggi è il cinquantottesimo compleanno di quello che, unanimemente, è stato ritenuto, assieme a Gaetano Scirea, il più grande libero nella storia del Calcio d’Italia, Franco Baresi. Di certo il più vincente, visto quanto ha ottenuto, in campo, con un’unica società.
Nato a Travagliato l’8 maggio del 1960, ha giocato sempre da difensore centrale, diventando, sul piano squisitamente tattico, il mediano aggiunto in fase di costruzione delle trame offensive. Sofferto, intenso, il rapporto con l’Associazione Calcio Milan, ma è stato un amore durato per tutta la vita agonistica. Tanto fortunato all’esordio, e anche nella parte berlusconiana della sua carriera, non è diventato il Capitano a caso, avendo dovuto sopportare la Serie B in due circostanze.
In Nazionale è arrivato a far parte della rosa di Enzo Bearzot nel Campionato del Mondo vinto dagli azzurri in Spagna nel 1982. Nel 1994, al contrario, nella maniera più dolorosa, ai tiri di rigore, Franco Baresi e l’Italia sarebbero arrivati a Pasadena, Los Angeles, secondi dietro al Brasile di Romario, Taffarel e Dunga, tra gli altri carioca.
La sua storia è particolare perché cresce avendo perso entrambi i genitori, e quando arriva nelle giovanili del club di Via Turati, lo chiamano affettuosamente il Piscinin. Ma diventerà Kaiser Franz in onore di Beckenbauer, altro libero coi piedi raffinati di mediano.
Nella sua strada agonistica Franco Baresi ha sempre giocato nel Milan, dal 1977 al 1997, cioè in 20 anni è stato Capitano per ben 15 stagioni, cresciuto alla corte di quella raffinata mente e grande tecnico che è stato Nils Liedholm.
In azzurro sarebbe stato il più alto in grado dal 1991 al ’94, abbandonando dopo una finale persa dopo aver tenuto sullo 0-0 il Brasile fino ai tempi supplementari.
Da rilevare il grande coraggio, di quest’uomo e meraviglioso atleta, sul piano tattico e tecnico, visto che si è operato di menisco direttamente negli Stati Uniti d’America e 11 giorni dopo è sceso in campo nella finalissima mondiale.
Una penna eccelsa del livello di Gianni Brera lo ha descritto così, su La Repubblica: “Baresi II è dotato di uno stile unico, prepotente, imperioso, talora spietato. Si getta sul pallone come una belva: e se per un caso dannato non lo coglie, salvi il buon Dio chi ne è in possesso! Esce dopo un anticipo atteggiandosi a mosse di virile bellezza gladiatoria. Stacca bene, comanda meglio in regia: avanza in una sequenza di falcate non meno piacenti che energiche: avesse anche la legnata del gol, sarebbe il massimo mai visto sulla terra con il brasiliano Mauro, battitore libero del Santos e della nazionale brasiliana 1962”. Non male, vero, una descrizione fatta con tutta la qualità lessicale di uno dei più grandi cronisti del Dopoguerra.
Franco Baresi raramente ha mancato di costanza di rendimento, ed è sempre stato in campo con grande carisma, sia nel rapporto con i compagni di squadra che con gli avversari, contro i quali non si è mai risparmiato per tenacia, grinta, astuzia ma anche grandissima correttezza.
Pensate che nel 1989 Franco Baresi ha accarezzato il sogno di vincere il Pallone d’Oro, il prestigioso riconoscimento europeo assegnato dalla prestigiosa rivista francese France Football. E’ stato superato, nella fattispecie, soltanto dal suo compagno di squadra più visibile, autore di gol memorabili, Marco Van Basten, il Cigno di Utrecht.
Va ricordato che l’Inter lo scartò dopo un provino a 15 anni tenendosi il fratello Beppe, e tutto questo perché Franco era esile, fisicamente. Che errore!
Italo Galbiati, uno che ha avuto sempre l’occhio lungo, lo fece vedere dai tecnici del Milan. E ha creduto in lui alla pari di Guido Settembrino, che contribuì a farlo entrare nelle giovanili rossonere. E il Piscinin legò con Gabriello Carotti, compagno di squadra, e l’allenatore Pippo Marchioro.
L’esordio in Serie A è datato 23 aprile 1978, quando Baresi ha solo 17 anni, e quel giorno il Milan vinse 2-1 a Verona. Franco seppe superare le diffidenze dei due senatori della squadra rossonera, Albertosi, portiere, e Capello, centrocampista di grande qualità, e primo a firmare a Wembley una vittoria italiana sui maestri inglesi. Ma Baresi godeva, al netto della curiosità dell’esordio, della stima del Capitano, Gianni Rivera. Non era poco. Tanto che quando Liedholm guida il Milan allo scudetto della Stella, Rivera chiede e ottiene dalla società di dare i 50 milioni di lire di premio tricolore anche al giovanissimo difensore.
Baresi di lì a qualche anno, con l’avvento di Berlusconi alla presidenza del club di Milanello, avrebbe dato un contributo clamoroso e spesso alle grandissime vittorie del Milan, sia in Italia che nel Mondo.
Franco Baresi ha vinto 6 volte il campionato italiano, la prima volta a soli 18 anni nel 1979, l’ultima nel 1996. Ai sei scudetti due volte è stato primo in Serie B, dove il Milan era finito per il primo scandalo del calcioscommesse. Nella prestigiosa bacheca il Capitano ha contribuito a inserire 4 Supercoppe italiane; 3 Coppe dei Campioni e 2 Coppe Intercontinentali, 3 SuperCoppe UEFA, 1 Mitropa Cup.
Tra i riconoscimenti nelle sedi istituzionali il titolo di Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana nel settembre del 1991. E il Collare d’Oro al Merito Sportivo. Il massimo che un atleta possa ricevere. E’ accaduto il 19 dicembre scorso.
In mezzo il Premio Nazionale Carriera Esemplare nel 1994, intitolato a Gaetano Scirea, indimenticato per la grandissima lealtà espressa in campo.
L’inserimento nel 2004 del FIFA 100 i migliori 100 calciatori di ogni tempo. Nel 2012 l’entrata nelle Leggende del Calcio da parte del Golden Foot e nella Hall of Fame del Calcio italiano nel 2013.
Buon compleanno a Franco Baresi, ammirevole esempio in campo sia in rossonero che in azzurro. Signor atleta, sul piano tecnico, e di un carattere capace di fargli superare ogni paura.