Gabriele Cirilli si racconta a Radio Cusano Campus. Parla della sua carriera, degli inizi, delle persone che hanno creduto in lui. Ricordi che porta sul palcoscenico nel collaudatissimo one man show “#Tale e quale a me… again”, in scena fino al 13 maggio al teatro Sala Umberto di Roma. Nella capitale Gabriele Cirilli festeggia, attraverso questo spettacolo che per quattro anni ha fatto il tutto esaurito, i 30 anni di carriera. L’artista lo ha presentato nella trasmissione “Un Valente weekend”. “Ci tengo molto all’hashtag, il cancelletto, perché sul palco porto il mio privato, il mio hashtag, il mio album virtuale di foto – spiega Gabriele Cirilli – Da ogni immagine, da ogni video parte un monologo, una canzone, uno sketch, una gag. Un vero e proprio show. Dentro c’è un po’ tutto di me. L’italia ha già premiato lo spettacolo e ho deciso di chiudere queste quattro fantastiche stagioni a Roma, perché Roma mi ha dato i natali artistici e quindi mi sento trequarti romano. Vorrei riempire il teatro, fare una festa insieme con i romani”.

Forse è più di trequarti romano, Gabriele Cirilli lei ha perso anche l’accento abruzzese. 

Diciamo che mi ritorna solo quando torno a Sulmona, la mia città. La formazione artistica sovrasta tutto il resto, io ho frequentato la scuola di Gigi Proietti. Tutti pensano che io sia nato a Roma. In fondo mi ha dato la nascita artistica.

I suoi primi personaggi parlavano romano, pensiamo a Kruska, l’amica di Tatiana. Gliela chiedono ancora?

Sempre, sempre. E’ una cosa incredibile.

A lanciare Krusca è stato il palco di Zelig nei primi anni 2000. E tutti in Italia al nome Tatiana ripetevano una sua battuta.

Tatiana è l’amica mia quella grassa, talmente grassa che se se mette a giocà con l’hula hoop la gente la scambia per Saturno.

Gabriele Cirilli, Tatiana ci sarà in “#Tale e quale a me… again”?

Tatiana ha un potere incredibile. Nello spettacolo non c’è un monologo dedicato a Tatiana ma alla fine il pubblico non si alza perché pensa che non si possa concludere senza Tatiana. Infatti al bis me lo chiedono sempre. Per me è una una cosa bella perché vuol dire che è stato un personaggio che ha colpito.

Nello spettacolo c’è un omaggio alle donne della sua vita. 

Sì, a mia mamma, la prima donna, quella che ti mette al mondo e alla donna che ti fa stare al mondo, mia moglie.

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