L’avvocato Massimiliano Santaiti è intervenuto ai microfoni di “Legge o Giustizia” su Radio Cusano Campus in vista del processo in Cassazione per l’omicidio di Natascia Meatta.

Santaiti è diventato da poco il leale rappresentante di Rita Caldara, la mamma di Natascia.

“La storia di Natascia Meatta è legata in qualche maniera alla storia di Chiara Insidioso Monda – ha spiegato Santaiti – la signora Rita Caldara è arrivata a me tramite il padre di Chiara. Purtroppo la signora è arrivata a me solo in prossimità della sentenza di appello, al secondo grado di giudizio. Dopo aver letto le carte mi sono convinto che non era stata resa giustizia a Natascia già nella sentenza di primo grado”.

Secondo Santaiti sono stati commessi diversi errori che, sommati, hanno portato alla condanna a 5 anni per omicidio colposo Alessandro Popeo, ex compagno di Natascia, il quale ha sparato colpendo alla testa la ragazza di fronte alla loro bambina.

“Secondo me la procura ha operato male fin dall’inizio perché ha lasciato passare troppo tempo e non ha saputo acquisire subito le prove nell’immediatezza del fatto. Infatti ha proceduto all’arresto di Alessandro Popeo soltanto ad un mese dal delitto. E’ un caso che è partito male e si è quindi giunti ad un sentenza che ritengo ingiusta”.

Qual è l’obiettivo del ricorso in Cassazione?

“La parte civile non può ricorrere in appello ne fare ricorso in Cassazione. In questo caso quello che ho cercato di fare io è stato pungolare la procura generale perché non si chiudesse definitivamente in appello questo caso e quindi si frapponesse il ricorso in Cassazione. L’unico motivo rilevante per la procura è rappresentato dal fatto che la Corte d’assise d’appello non ha considerato l’importanza di disporre di una nuova perizia balistica. E’ importante dire che sia la sentenza di primo grado che quella di secondo si sono fondate su delle prove narrative. Ossia su quello che lo stesso imputato e un altro teste chiave hanno riferito. Ecco perché era necessario affiancare a delle prove narrative delle prove tecniche quali ad esempio la perizia balistica, dalla perizia medico legale e da altri requisiti che non sono stati valutati”.

Può la signora Rita Caldara accedere ad un fondo di garanzia per le vittime dei reati violenti?

“Il fondo di garanzia non esiste. Essendo un omicidio colposo per i giudici di primo e secondo grado la signora Rita Caldara non avrebbe diritto in ogni caso ad alcun indennizzo. Se l’omicidio viene giudicato colposo non c’è stata alcuna violenza e quindi le vittime non possono accedervi. Chiaramente non si tratta di omicidio colposo ma di omicidio volontario. Se la Cassazione non riapre il caso di Natascia nessuno s’interesserà più alla storia.”