Gioco d’azzardo: tempi difficili per gli adulti e per i meridionali. Perché la gente ha bisogno di giocare d’azzardo? Come arginare il problema? Ne abbiamo parlato a #genitorisidiventa con Vincenzo Varriale, psicofisiologo, e con Sabrina Molinaro, dell’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR. 

Il collegamento col problema della disoccupazione

Il dato diffuso sull’aumento dei “giocatori patologici è dovuto a fattori socio economici e riferito alla fascia di adulti tra i 19 e i 54 anni. Dobbiamo leggere questi dati in parallelo coi dati della disoccupazione, a Sud il problema è tre volte maggiore che altrove nel nostro Paese. Il gioco d’azzardo può portare a guadagni rapidi, veloci e ingenti. Il gioco d’azzardo compulsivo, e patologico, viene associato ad altri tipi di dipendenze”, ha osservato Vincenzo Varriale.

Gioco d’azzardo e disinformazione

“Se nel 2020 ancora esistono persone che sono convinte di poter diventare ricchi giocando vuol dire che dovremmo spendere qualche parola in più rispetto alle possibilità di diventare ricchi coi giochi. La maggior parte dei giocatori va in pari e si sa”, ha affermato Simona Molinaro. 

Gioco d’azzardo e ricerca di un’occupazione

“Fra le persone in cerca di occupazione è più alta la percentuale di quelli che hanno problemi legati al gioco e sono soprattutto uomini tra i 35 e i 54 anni. La percentuale di donne problematiche, invece, è più bassa.”

Differenze tra giochi

Con le nuove tecnologie è aumentata la mole di giochi in circolazione. “Online si fanno soprattutto scommesse, si gioca anche a carte, ma abbiamo visto diminuire la passione dei giovani rispetto a questo gioco. Sono diminuiti gli studenti con profilo problematico del gioco grazie ad alcune attività preventive della scuola. Adesso bisognerebbe ridurre il numero di dipendenti tra gli adulti, attraverso strategie preventive pensate ad hoc per loro e che tutte le regioni dovrebbero adottare”, ha sottolineato Molinaro dell’Isitituto di Fisiologia Clinica del CNR.

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