sIsiah Thomas Senior l’uomo che ha aperto la strada per la gloria ai Detroit Pistons
Quel numero 11 dotato di una grande lettura del gioco, capace di segnare e creare gioco
Isiah Lord Thomas III è stato uno dei più efficaci playmaker e guardie tiratrici della Pallacanestro NBA, e tra i più moderni interpreti del ruolo di assistman e palleggiatore.
Nato a Chicago, Stato dell’Illinois il 30 aprile 1961, nonostante la normale altezza di 1 metro e 85 centimetri, è il primo in assoluto nella storia dei Detroit Pistons per punti segnati, assist, palle rubate e la quantità di partite giocate.
Prima di vivere la carriera nel Basket più importante del mondo, il suo percorso nella pallacanestro delle high school, i nostri licei, per intenderci, lo vive al Saint Joseph di Westchester, sempre nell’Illinois. Diplomato, Isiah Thomas è chiamato dal leggendario allenatore di Indiana University, Bobby Knigt, che poi avrebbe allenato anche gli Indiana Pacers nell’NBA.
Lui ci arriva da rookie, cioè matricola, e al primo anno già è il leader, per il carattere e il carisma di cui dispone, di quella compagine; la quale, al primo tentativo, vince il torneo di tutte le accademie degli Stati Uniti d’America, più comunemente il Campionato NCAA. Isiah Thomas è il miglior giocatore votato dalla stampa specializzata, che lo inserisce anche nel primo quintetto di tutta la stagione.
E’ lecito pensare che questo giovanotto dalla gran visione di gioco sia uno dei migliori talenti piovuti dal mondo dello studio su un parquet da Basket.
Nel 1981 lui ha solo 20 anni, e nel Draft NBA, la scelta dei club più importanti del mondo in fatto di cestisti universitari, i Detroit Pistons fanno la loro fortuna. Al secondo giro di chiamata prendono Isiah Thomas e gli sottopongono un contratto di 4 anni a 1 milione e 600.000 dollari a stagione. Nel 1982 è già convocato nella Partita delle Stelle, più nota come All Star Game.
Teniamo presente che il duello in voga nel basket americano di quegli anni si consumava, sistematicamente, tra i Boston Celtics e i Los Angeles Lakers. I Detroit Pistons, nel 1984, riescono ad arrivare alla “bella” in casa dei New York Knicksbrockers di Bernard King. Thomas segna 16 punti negli ultimi 94 secondi, la gara va al supplementare e prevale la squadra della Grande Mela.
L’anno dopo i Detroit e Thomas arrivano fino alla semifinale di conference dell’Est contro i Boston Celtics. Uno squadrone destinato a fare la storia: Larry Bird, Robert Parish, Kevin McHale, Dennis Johnson, tra gli altri. Ovviamente i Pistons furono spazzati via. Cosa che si è ripetuta nel 1987.
Nel 1988 dopo due sconfitte, i Pistons sbattono fuori i Celtics arrivando alla finale per il titolo NBA di fronte ai Los Angeles Lakers. Un gigante di formazione in cui brillavano le stelle di Magic Johnson, James Worthy e Kareem Abdul Jabbar. Finì 4-3 per i giallo-blù californiani, nella settima e decisiva partita.
Detroit sapeva, però, che quella squadra, prima o poi, il titolo in Michigan, sarebbe arrivato. Tra l’altro Michigan è lo Stato in cui, a livello universitario, è cresciuto nella NCAA il grande Earvin Magic Johnson.
La grande stagione sarebbe stato il 1988-1989. Detroit ha in squadra elementi avvelenati col mondo intero. Joe Dumars, Ricky Mahorn, che poi sarebbe venuto a Roma con la Virtus, Vinnie Johnson, Dennis Rodman, Mark Aguirre, Bill Laimbeer. Uno squadrone che, proprio per la pratica di un gioco duro, sarebbe passata alla storia del basket come i Bad Boys, se consideriamo che il basket dovrebbe essere uno sport che punisce i contatti. Quel gruppo nella stagione regolare ottiene 63 vittorie a 19, e, nei play-off 4-0 ai Boston e ai Bucks di Milwaukee. In semifinale Detroit fa secchi anche i Bulls di Chicago del primo Michael Jordan. Questa volta in finale per il titolo i Lakers lasciano strada ai Pistons, che sono Campioni NBA.
Cosa che si ripete, l’anno dopo, quando Thomas è votato miglior giocatore delle finali NBA, disputate contro i Portland Trail Blazers di Clyde The Glyde Drexler, l’Aliante. E Isiah Thomas nelle finali ha l’incredibile media di quasi 28 punti a partita, 7 assist e oltre 5 rimbalzi a gara.
Nel 1991-1992 la finale di conference, la terza consecutiva, i Detroit Pistons la perdono, per 4-0, senza appelli, con gli Chicago Bulls, E’ iniziata l’era di MJ e Scottie Pippen, che sarebbero arrivati per 6 volte, al titolo.
La compagine di Detroit continuò a giocare ad alti livelli negli anni a venire, senza tuttavia raggiungere le finali NBA.
Nel 1994, a causa di un ko al tendine d’Achille, finisce la stagione un mese prima della chiusura, lasciando l’attività agonistica.
Ovviamente i Detroit Pistons hanno ritirato la sua maglia, la numero 11, mai più utilizzata da nessun atleta della franchigia del Michigan.
Nel 1996, in occasione del cinquantenario della fondazione della National Basketball Association, Isiah Thomas è stato inserito in una speciale lista dei migliori 50 giocatori di ogni tempo.
Isiah Thomas Senior, padre dell’Isiah attuale, è stato inserito nella NBA Basketball of Fame. Dal 2006 al 2008 è stato general manager e poi allenatore dei New York Knicks. Ma nel maggio di quell’anno ne prese il posto l’ex playmaker di Milano, Mike D’Antoni.