Dopo tre anni il ministero dell’Istruzione ha dovuto ammettere, in una nota ministeriale, che quanto affermato nella ‘Guida operativa’ del 2015 circa l’obbligo di frequenza delle attivita’ di alternanza scuola-lavoro, non aveva alcun fondamento normativo: gli studenti lo hanno denunciato sin dall’inizio, e’ necessario ripartire da qui per un nuovo modello di alternanza.
Alternanza scuola- lavoro: il Miur chiarisce
“Il ministero dell’Istruzione con quasi 3 anni di inaccettabile ritardo chiarisce che la normativa dell’ottobre 2015 e tutt’ora vigente, rispetto all’obbligatorieta’ delle ore di alternanza scuola-lavoro, e’ erronea- dichiara Francesca Picci, coordinatrice nazionale dell’Unione degli Studenti- La normativa non puo’ disporre nulla circa l’obbligo per gli studenti di aver svolto un monte ore minimo di attivita’ di alternanza del triennio e finalmente il Miur lo ammette con un clamoroso dietro front”.
L’eventuale mancanza dell’ esperienza non inficerà sulla valutazione finale
“Ma c’e’ di piu’, sempre il Miur dichiara che il mancato svolgimento delle ore non puo’ determinare una penalizzazione nella valutazione dello studente- spiega Francesca Picci- In gia’ troppi casi gli studenti sono stati puniti per essersi astenuti dalle attivita’ di alternanza o anche solo per averle criticate, e’ necessario che in ministero alla luce di queste nuove dichiarazioni si assuma la responsabilita’ di un sistema di alternanza mal formulato e di errori strutturali imposti in maniera antidemocratica nelle scuole del Paese”.
Troppe contraddizioni nella legge 107
“L’ultimo elemento della nota ministeriale, infine, assimila le esperienze di alternanza ad altre attivita’ lavorative anche in apprendistato o di lavoro autonomo, contraddicendo cosi’ la stessa idea di alternanza propagandata dalla ministra Fedeli- conclude l’Unione degli Studenti- Le contraddizioni della legge 107 stanno esplodendo: da qui dobbiamo ripartire per ribaltare il modello di alternanza e per pretendere la costruzione di un nuovo modello di scuola democratica e condivisa da e con gli studenti”.
Fonte DIRE