Sciopero della fame per i diplomati magistrali. Fedeli: “Sospendete”. Dallo scorso 28 Aprile stanno presidiando la sede del Miur di viale Trastevere senza la minima intenzione di cedere anche di un solo millimetro. Sono i diplomati e le diplomate magistrali che, dalla sentenza dell’Adunanza Plenaria dello scorso 20 dicembre 2017, sono entrati in un tunnel di proteste e manifestazioni che vanno avanti senza sosta e alzando sempre di più l’asticella della motivazione. Infatti, per quel che riguarda lo sciopero in corso di svolgimento, una delle cause che hanno deciso di sposare è quella di protestare e digiunare: uno sciopero della fame che può sembrare estremo, come estreme si rappresentano all’orizzonte le ripercussioni di quell’improvvida sentenza anche dopo la lettura e l’interpretazione dell’Avvocatura dello Stato.

I diplomati e le diplomate magistrali chiedono a gran voce la conservazione del ruolo per i docenti con anno di prova superato e con anno di prova in corso, la conservazione del diritto al posto assegnato per i docenti con ruolo accantonato in attesa di sentenza di merito, il mantenimento delle GAE per chi già inserito e apertura delle stesse per tutti coloro che possiedono titoli abilitanti. I manifestanti chiedono inoltre che l’assunzione del ruolo debba avvenire per tutti coloro che raggiungono i 36 mesi di servizio anche non continuativi e indipendentemente dal tipo di servizio prestato, la diminuzione del numero di alunni per classe e l’ampliamento del Tempo Pieno su tutto il territorio nazionale.

A fronte delle richieste e delle istanze presentate, la ministra Valeria Fedeli risponde dalla trasmissione Omnibus su La7:

“Chiedo alle e ai docenti diplomati magistrali che stanno manifestando in questi giorni di sospendere lo sciopero della fame, perché si fanno un danno personale e anche fisico e io questo non lo voglio. Abbiamo detto loro e alla sigla sindacale che li sostiene, e che è venuta al confronto organizzato in questi giorni dal Ministero dell’Istruzione, di rivolgersi ai capigruppo dei partiti presenti in Parlamento e ai rappresentanti che sono nella commissione speciale di Camera e Senato. Commissione che sta affrontando i temi urgenti e non rinviabili”.

L’unica soluzione, dunque, resta quella politica. In questa fase non la più semplice da raggiungere anche se resta la più veloce ed auspicabile.