Serra e la sua Amaca classista, Bernocchi: “Scrive di ciò che non sa”. Il portavoce dei Cobas condanna l’analisi del giornalista: “Voleva solo mandare un messaggio alla sinistra”.
“Tocca dire una cosa sgradevole, a proposito degli episodi di intimidazione di alunni contro professori. Sgradevole ma necessaria. Non è nei licei classici o scientifici, è negli istituti tecnici e nelle scuole professionali che la situazione è peggiore, e lo è per una ragione antica, per uno scandalo ancora intatto: il livello di educazione, di padronanza dei gesti e delle parole, di rispetto delle regole è direttamente proporzionale al ceto sociale di provenienza. Cosa che da un lato ci inchioda alla struttura fortemente classista e conservatrice della nostra società (vanno al liceo i figli di quelli che avevano fatto il liceo), dall’ altro lato ci costringe a prendere atto della menzogna demagogica insita nel concetto stesso di “populismo”.
“Il populismo è prima di tutto un’operazione consolatoria, perché evita di prendere coscienza della subalternità sociale e della debolezza culturale dei ceti popolari. Il popolo è più debole della borghesia, e quando è violento è perché cerca di mascherare la propria debolezza, come i ragazzini tracotanti e imbarazzanti che fanno la voce grossa con i professori per imitazione di padri e madri ignoranti, aggressivi, impreparati alla vita”.
Questi che abbiamo riportato qui sopra sono due dei passaggi principali che hanno caratterizzato l’editoriale che il giornalista Michele Serra ha scritto per Repubblica e che ha dedicato ai recenti fatti di violenza maturati all’interno delle scuole italiane con gli studenti nelle vesti dei carnefici e i docenti in quelle, scomode, delle vittime.
L’Amaca, definita da più parti classista, di Michele Serra, ha scatenato un putiferio di polemiche e nella discussione si sono gettati a capofitto un po’ tutti. Radio Cusano Campus ha contattato Piero Bernocchi, portavoce nazionale dei Cobas, per sapere il suo personalissimo punto di vista sulla visione ‘serriana’ della scuola ai giorni nostri:
“Il povero Serra si è imbattuto nel problema più comune tra i tuttologi, che è quello che debbono poter parlare di tutto quando, evidentemente, non possono sapere tutto. Serra non voleva parlare nemmeno di scuola, voleva mandare un messaggio alla sinistra: voi che non vi occupate più dei poveracci, per tentare di consolarli dite loro che stanno bene come gli altri, evitando di ricordare loro la condizione da dove provengono. Per lanciare questo messaggio, Serra ha deciso di utilizzare la scuola e i fatti di bullismo che la stanno travolgendo in questi mesi, argomenti che non conosce, che non sa. Serra, che stupido non è affatto, ha sbagliato sin dalla premessa, ha tentato di sostenere che l’educazione e il rispetto delle regole è direttamente proporzionale al ceto sociale da cui si proviene: in Italia più stai in alto nella piramide sociale più tendi a rispettare le regole, più stai in basso e più sei portato a trasgredirle. È vero esattamente il contrario”.
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