Ubaldo Pantani, volto di Quelli che il Calcio e di Quelli che Dopo il Tg ha rilasciato una bella intervista a Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio. Ecco cosa ha detto ai microfoni di ECG su Radio Cusano Campus. 

UBALDO PANTANI E IL LAVORO CON LUCA, PAOLO E MIA CERAN

“Sono felice, quando abbiamo iniziato questa avventura del programma serale c’era un’ansia da prestazione che c’è ancora, non abbiamo raggiunto tutti gli obiettivi che ci siamo prefissati. La fascia oraria è molto difficile sia per la rete che per i competitor, vogliamo incrementare il nostro rapporto col pubblico. Ci proviamo, la squadra è la stessa di Quelli che il calcio, ci troviamo bene, c’è stato un incastro perfetto, una cosa che forse neanche io all’inizio credevo potesse crearsi”.

GLI INIZI DA IMITATORE

“E’ una cosa che mi è sempre venuta naturale. A 7 anni facevo il classico spettecolino in camera alla nonna e ai genitori. Avevo in mente solo il calcio, le imitazioni mi divertivano, ma per molti anni non pensavo potessero darmi uno sbocco professionale. Quando sono stato chiamato a fare un provino per la Gialappa’s ho iniziato a pensare che potevo farlo seriamente. Il segreto è che mi diverto a fare questa cosa, è un lavoro faticoso che faccio con tutto me stesso. Alcuni personaggi vengono fuori al volo, li vedi e li sintetizzi. Altri magari devi studiarli un po’ di più. Io non faccio solo l’imitazione, il mio lavoro comprende il trasformismo, il cercare nei panni di un personaggio. Serve un trucco speciale, bisogna stare attenti alla gestualità, parto quasi sempre dal corpo. Di imitatori vocali ce ne sono di fantastici, gli invidio quella capacità eccezionale di riprodurre un suono alla perfezione. A me piace e diverte molto di più lavorare sul corpo, vedere come si grattano la testa, come muovono le braccia. Nell’incedere, nel passeggiare di una persona, si vedono le sue caratteristiche”.

I PERSONAGGI A CUI E’ PIU’ LEGATO

“Alcune imitazioni mi divertono di più. Ad esempio mi divertiva molto Alain Elkann. Mi piace ripescare personaggi dal passato e farli evolvere come evolvono gli originali. L’imitazione di Lapo ad esempio è stata tra quelle più apprezzate. E’ un mio amico vero, nel corso del tempo è cambiato alla fine. Apre la portiera e si sfascia la Ferrari, ma ora è difficile che faccia degli errori, è cresciuto. E spesso è molto tranchant, come quando ha parlato di Renzi dalla Gruber. Non deve leccare il culo a nessuno, è senza filtri, nel bene e nel male. E’ un aspetto che mi piace tirare fuori di lui quando lo faccio”.

IL PRIMO A ‘SCOPRIRE’ MATTEO RENZI

“La prima volta l’ho fatto quando era ancora sindaco di Firenze. Ero dalla Dandini. Lessi una sua intervista in cui diceva che a 15 anni ha fatto l’arbitro. Ha arbitrato negli stessi campi toscani dove io ho giocato per anni. Un mio compagna di squadra era il difensore che voleva prenderlo per il collo, perché rimediò un cartellino rosso. Uno che a 15 anni vuole fare l’arbitro è vanitoso e coraggioso al tempo stesso. Mi diverto a pungolarlo su quell’aspetto”.

IL FUTURO

“Personaggi nuovi? Ce ne sono per la prossima stagione, uno arriverà nel breve, è legato alla stretta attualità politico. Bisogna avere la percezione del tempo che passa. Il lavoro sulle imitazioni ha un tempo. Sto lavorando per coronare questo percorso con un lavoro che ho in mente da tanto tempo. Vorrei tra qualche anno chiudere un capitolo ed aprirne un altro. Questo non vuol dire abbandonare il lavoro sui personaggi o fare una carriera completamente diversa”.